Cronaca di Napoli

Il comune di Napoli rifiuta la mediazione per la morte di Salvatore Giordano

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Nessun passo avanti verso la giustizia per la morte di Salvatore Giordano, il 14enne ucciso dal crollo di alcuni fregi nella Galleria Umberto I di Napoli nel 2014. Il Comune di Napoli ha infatti rifiutato di partecipare alla mediazione fissata per il 15 maggio, come reso noto dai legali della famiglia, Angelo e Sergio Pisani.

I genitori di Salvatore, delusi e amareggiati, hanno deciso di rivolgersi alla Corte dei Conti per “tutte le valutazioni e provvedimenti del caso”.

Un rifiuto incomprensibile e un dolore che si protrae

Gli avvocati Pisani denunciano l’atteggiamento del Comune come “vergognoso scaricabarile” e “mancanza di interesse per i diritti dei cittadini”. “Per dieci anni – affermano – le nostre richieste sono state inascoltate e i diritti della famiglia calpestati. Il Comune, invece di tutelare i suoi cittadini, si preoccupa solo di ‘opere di stracci’ esposte in piazza Municipio”.

Un’attesa infinita per la giustizia e un rischio di danno erariale

“L’ostinazione del Comune – proseguono i legali – non solo crea un enorme danno emotivo alle vittime, ma espone l’ente a un grave danno economico e di immagine. A breve saranno dieci anni dalla tragedia e le responsabilità del Comune sono evidenti: non sono stati mai transennati i marciapiedi sottostanti alla Galleria, nonostante i crolli annunciassero una possibile tragedia.”

La famiglia Giordano si prepara ora a una lunga battaglia legale per ottenere giustizia per il loro figlio. La loro vicenda rappresenta un monito per le istituzioni, affinché si assumano le proprie responsabilità e tutelino la sicurezza dei cittadini.


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