SoS di Cisl-FP Campania ‘Pronto Soccorso di guerra, come a Kabul’

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SoS di Cisl-FP Campania “Pronto Soccorso di guerra, come a Kabul”. Il segretario generale Lorenzo Medici: “De Luca faccia assunzioni straordinarie”.

“Le ‘Case di comunità’? In Campania rischiano di diventare le ‘Case della crudeltà’ dove il cittadino non troverà nessuno se non si provvederà ad un reclutamento speciale di medici, infermieri, operatori socio-sanitari, ingegneri con altri fondi del bilancio regionale”.

E’ una situazione drammatica quella della sanità in Campania secondo il segretario generale della Funzione Pubblica della Cisl regionale, Lorenzo Medici, il quale lancia un SoS e dice all’ANSA: “I Pronto Soccorso sono diventati come gli ospedali di Kabul, PS di guerra”.



    I motivi sono “l’assenza totale di medicina territoriale” e “la carenza di personale”. “In quei luoghi si perde la dignità di pazienti e operatori con gravissimo rischio per la sicurezza: alcune morti sono morti di Stato” afferma senza mezzi termini il dirigente sindacale.

    In Campania, spiega il segretario della Cisl Funzione Pubblica regionale, mancano all’appello 15-18mila unità tra medici e altri operatori sanitari (“Il Veneto ha un milione di cittadini in meno e 15mila operatori in più della Campania”) mentre i ‘viaggi della speranza’ fuori regione costano ai cittadini campani 500mln di euro all’anno e “si deve prendere atto che qui c’è il tasso di mortalità più alto d’Italia: l’aspettativa di vita è in media più bassa di due anni”.

    Inoltre, c’è una sperequazione fra pubblico e privato: “L’80% delle prestazioni, in relazione alla spesa specialistica ambulatoriale e per la riabilitazione, è svolto dal privato…”. Medici chiede alla Regione Campania – ma anche al governo nazionale – di cambiare rotta investendo risorse nel settore e dando una svolta ponendo uno stop anche alle ‘ingerenze’ della politica nelle nomine dei manager: “La Giunta guidata da De Luca superi una visione ragionieristica pensando alla salute dei cittadini non solo ai conti” sostiene.

    “De Luca scarica sul governo: ma visto che la Campania sta per ricevere per il 2023 200 milioni in più sul fondo sanitario – avendo inserito la Conferenza Stato-Regioni anche il criterio della deprivazione socio-economica – il governatore abbia il coraggio di vincolarli per un piano straordinario di assunzioni”.

    Una situazione difficile per tutta la pubblica amministrazione: “In Campania serve un piano di reclutamento speciale di almeno 150mila unità nel prossimo triennio per garantire i servizi in tutta la PA, dai Comuni alle Asl agli altri enti”.

    E in Italia, ricorda la Cisl-FP regionale, nei prossimi anni usciranno dal lavoro 500mila lavoratori pubblici: “Occorre garantire almeno il turn over”. La Cisl-Fp scenderà in piazza il 14 dicembre a Napoli per chiedere la stabilizzazione di circa 1.500 precari della sanità e sollecitare la ‘internalizzazione’ dei servizi. La sanità è il settore sotto i riflettori del sindacato.

    “La Campania ha avuto con il PNRR circa 700 mln solo per il settore; essendo una spesa che si fa una sola volta non è strutturale, quindi non si possono utilizzare per il personale. Il rischio è enorme se non si interviene subito”.

    E ancora: “I posti letto effettivamente utilizzabili arrivano nella regione al 60% delle quote stabilite sulla carta”. Il ragionamento si sposta anche sulle liste di attesa. Evidenzia Medici: “La pandemia aveva ‘congelato’ le cure per tante patologie e ora vi sono tempi incredibili, insostenibili in un Paese civile e si decreta la morte di tante persone indifese”.

    Il j’accuse del sindacato si rivolge anche al potere centrale e alle politiche perseguite negli ultimi anni mentre si attendono le prossime mosse, nel concreto, del governo attuale: “E’ vero che dopo 37 mld di tagli e di definanziamento del Fondo nazionale di riparto con la pandemia si è invertito il trend con 8 mld di crescita del Fondo ma è una goccia nel mare perchè se c’è una cosa che il covid ha messo in evidenza è la necessità di rafforzare la sanità pubblica”.

    Conclusione: “Basta fare cassa sulla salute anche perchè senza di essa non esiste economia. Altro che ‘autonomia differenziata’; siamo in presenza della ‘salute differenziata’ nonostante i vincoli della Costituzione”.


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