Baby gang, un 15enne ‘pentito’ ha aiutato la polizia a trovare il branco che assalì Gaetano

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Baby gang a Napoli: é stato un ragazzino di 15 anni che si è “pentito” e ha accompagnato dalla mamma ha raccontato alla polizia tutto quello che accadde la sera del 12 gennaio scorso all’esterno della stazione della Metro di Chiaiano. Quella maledetta sera in cui la baby gang o branco di ragazzini violenti e annoiati riempirono di botte il 15enne Gaetano di Melito a cui i medici hanno dovuto asportare la milza in conseguenza delle gravi ferite riportate. E’ questo il retroscena inedito che emerge dagli atti del Tribunale per minori che stamane hanno colpito 8 ragazzini tra i 14 e 17 anni che , individuati dalla squadra mobile di napoli in tempi record sono stati rinchiusi nel centro di Prima accoglienza per minori mentre un nono non potrà uscire di casa se non per andare a scuola. E’ il il pentito,. E poi c’è  un decimo, minore di 14 anni, non è imputabile. Quadro chiaro dunque grazie anche al “pentito”. Prima una fonte confidenziale, poi uno dei ragazzi, 15 anni, che, accompagnato dalla mamma, ha raccontato tutto ai pm e alla polizia: “So chi e’ stato, so chi ha sferrato il calcio a Gaetano. Io ero con loro e loro sono miei amici”. Questo uno degli elementi, insieme a filmati e social, dai quali gli agenti della Squadra Mobile di Napoli e dei commissariati di Scampia e Secondigliano, sono partiti per arrivare a individuare dieci componenti del ‘branco’ di ragazzini tra i 12 e i 17 anni, che hanno massacrato di botte il 17enne di Melito il 12 gennaio scorso “solo per gioco, per divertimento, senza alcun motivo”, come scrive il giudice del tribunale dei Minori nel provvedimento di nove pagine notificato a 8 ragazzi che sono stati collocati in diverse comunità di recupero cosi’ da evitare contatti. Colui che ha aiutato le indagini ha invece il provvedimento di permanenza in casa. Nell’ordinanza sono raccontate le scene immortalate in parte nelle immagini delle telecamere di sorveglianza della stazione metropolitana napoletana di Chiaiano. “Un’azione premeditata”, sostengono gli inquirenti. Questo perche’, cosi’ come spiegato nella misura cautelare, i passeggeri della metropolitana si vedono “cambiare percorso e direzione quando incrociano il gruppo di ragazzi che stava bloccando la porta d’ingresso della metro”, cercando una vittima predestinata. Lo ha raccontato anche il ragazzino ‘pentito’ che ha visto Gaetano quando lo hanno inseguito e poi picchiato. “Era a terra e gli hanno dato un calcio nello stomaco”, spiega il 15enne. “Devono restare in comunità per la gravita’ dei reati commessi e per il pericolo che possano reiterarli”, scrive il magistrato del tribunale dei Minori che ha firmato il provvedimento.


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