Camorra, Ciro Perfetto, killer di Genny scrive: “Chiedo perdono alla famiglia, non meritava tutto questo”

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“Genny era poco più piccolo di me e non si meritava tutto ciò. La mia lettera, la mia richiesta di scuse, non rimetterà Genny in vita ma vorrei che la sua famiglia, la madre, il padre, i suoi parenti, accettassero le mie scuse, la mia profonda richiesta di perdono”. Scrive così Ciro Perfetto, ‘o figlio e muss e scigna, uno dei killer di Genny Cesarano il 17enne del rione Sanità, vittima innocente della barbarie della camorra ucciso la notte del 6 settembre 2015 in piazza san Vincenzo alla Sanità. Perfetto dal carcere ha inviato una lettera ai suoi avvocati Annalisa Senese e Francesco Foreste per farla girare all’avvocato Marco Campora che assiste la famiglia di Cesarano. Doveva essere una lettera privata ma ieri è confluita nel processo perché allegata al fascicolo dibattimentale. E’ una ammissione implicita del delitto e anche una richiesta di perdono molto accorata alla famiglia di Genny Cesarano. Ciro Perfetto è il figlio di Raffaele Perfetto, uno dei più spietati killer al servizio del clan Lo Russo, i famigerati “Capitoni” di Miano oramai etichettati come il clan dei pentiti. Dopo Salvatore Lo Russo, hanno decisio di passare dalla parte dello stato gli altri due fratelli Mario e Carlo e poi Antonio Lo Russo, figlio di Salvatore. Ciro Perfetto è figlio di una Lo Russo, sorella dei “capitoni”. Anche suo padre rinchiuso da anni al 41 bis ha una serie di ergastoli per numerosi omicidi commessi anche in “trasferta” per conto degli amici del clan Birra-Iacomino di Ercolano. Lui ha soli 21 anni ed ha già sul groppone un ergastolo comminatogli nei mesi scorsi insieme con l’altro giovani killer Luigi Cutarelli al servizio dei Lo Russo. Furono loro ad uccidere qualche mese dopo l’omicidio Cesarano, il boss del rioen sanità Pierino Esposito. Anche nel corso del processo per l’omicidio Esposito sia lui che Cutarelli avevano letto in aula una lettera di scuse inviata alla famiglia della vittima. Ma non bastò per evitare l’ergastolo. Ora arriva una missiva più accorata: “Parlo dal profondo del mio cuore…Mi porterò addosso un peso per tutto il resto della mia vita. Per questo oltre a Dio chiedo perdono alla famiglia di Genny”, ha scritto Ciro Perfetto.Con lui alla sbarra per quell’omicidio ci sono i tre pentiti l’ex boss Carlo Lo Russo (mandante di quel raid) Rosario De Stefano ( che ospitò i killer), e la compagna del boss, Antonella De Musis anch’essa pentita.E poi gli altri autori materiali del raid ovvero Luigi Cutarelli, 21 anni, Antonio Buono, 26 anni e Mariano Torre, 30 anni. Sono tutti accusati di omicidio volontario aggravato. E tutti hanno scelto il rito abbreviato (che prevede lo sconto di pena) dopo la mossa della Procura di giudizio immediato. Il Comune di Napoli ha deciso di costituirsi parte civile e il processo inizierà il prossimo 25 ottobre. 

Ecco il racconto  del pentito Rosario De Stefano di come avvenne l’omicidio di Genny Cesarano: “…Con riferimento all’omicidio di Genny, ribadisco di aver appreso direttamente da Perfetto Ciro e Cutarelli Luigi, componenti del gruppo di fuoco, quanto già ho riferito negli scorsi verbali; al riguardo, voglio solo aggiungere che ho anche appreso da Vittorio o filosc, – noto spacciatore di cocaina, crack ed erba (già affiliato al clan di Salvatore Torino) che abita sulla cosiddetta Micciatella (che è la strada che dalla Sanità porta a via Santa Teresa) – che i TMAX neri a bordo dei quali viaggiavano i killer di Genny, erano fuggiti a forte velocità in direzione di Capodimonte-Miano; tanto il Vittorio o filosc mi ha raccontato davanti a Ciro Tolomelli, nipote di Gino Tolomelli e a Gigino o curt Omissis…Come ho già detto ho appreso direttamente da Luigi Ciutarelli e da Ciro Perfetto della loro partecipazione all’omicidio di Genny Cesarano. Me ne hanno parlato nell’occasione in cui gli ho dato appoggio nella casa di mia sorella Ciretta alla Sanità per l’omicidio di Pierino. Mi dissero che non volevano uccidere questo ragazzo e che lo avevano ucciso “per scagno” . Mi dissero che insieme a loro c’erano anche Antonio Buono e Mariano Torre…”.

 



     


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