Napoli – Aurelio De Laurentiis torna a parlare di riforme nel mondo del calcio, puntando il dito contro l’eccessivo numero di partite e un sistema, a suo dire, ormai insostenibile per i calciatori. Intervenuto dagli Stati Uniti ai microfoni di Class CNBC, il presidente del Napoli ha rilanciato una proposta radicale: ridurre drasticamente il calendario e rivedere la struttura delle Nazionali.
“L’Europa deve cambiare, è arrivato il momento – ha dichiarato De Laurentiis –. I vertici del calcio non vogliono farlo perché hanno paura di perdere la loro poltrona, sulla quale siedono molto comodamente. Ma servono nuove regole e un format diverso dei campionati. Si gioca troppo: i calciatori non possono reggere 50, 60 o addirittura 70 partite all’anno”.
Il patron azzurro, da tempo critico verso la gestione dei calendari internazionali, ha poi proposto di limitare l’età dei convocabili in Nazionale, con l’obiettivo di dare più spazio ai giovani e tutelare i club: “Per le Nazionali – ha spiegato – servirebbe un tetto d’età: dopo i 23 anni non si dovrebbe più essere convocabili.Potrebbe interessarti
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De Laurentiis ha poi criticato anche l’attuale sistema di indennizzi riconosciuto ai club per l’utilizzo dei propri calciatori nelle competizioni internazionali: “Non c’è rispetto per i campionati e neppure un adeguato compenso per il prestito dei giocatori. Noi paghiamo gli stipendi dodici mesi l’anno e ci danno solo un chip, mentre servirebbero – ha scherzato – un chip, un chop e un chap”.
Le parole del presidente azzurro riaccendono così il dibattito sul calendario internazionale, già al centro di scontri tra club, federazioni e organismi calcistici, in un contesto in cui la moltiplicazione di tornei – tra campionati, coppe, Nations League e Mondiali per club – continua a sollevare polemiche e preoccupazioni sul fronte della sostenibilità fisica ed economica del calcio moderno.







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