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Agguato a Ponticelli: lo scontro tra i Casella e i De Micco-Di Martino

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Una nuova guerra di camorra per il controllo degli affari illeciti di Ponticelli dietro l’agguato della notte scorsa a Napoli.

Gli investigatori seguono la pista dello scontro tra i Casella di via Franciosa e i reduci De Micco-De Martino (ex Bodo) e oggi detti anche ‘Xx’. Nella sparatoria di ieri sera in via Esopo nel ‘cuore’ del rione Incis è stato ucciso Giulio Fiorentino, 29 anni del rione Conocal, indicato come il braccio destro o comunque come uno degli uomini piu’ fidati dei De Micco-De Martino, ed e’ rimasto ferito il 23enne Vincenzo Di Costanzo, detto o’ gabibbo. Fiorentino è deceduto all’ospedale Villa Betania dove era giunto subito dopo il raid.

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Entrambi con un segno distintivo: la barba lunga. E’ il nuovo modo degli “Xx” di reclutare affiliati tra i piu’ poveri, tra i giovani che lavorano ma hanno poche speranze e pochi soldi. Il duplice agguato potrebbe essere la risposta al ferimento venerdi’ scorso di Giuseppe Righetto, detto ‘o blob, uomo imparentato dei Casella del rione Conocal, in lotta per il controllo delle piazze di spaccio della droga con i De Martino d i loro alleati De Micco del rione Incis. Un agguato mascherato da tentata rapina, come Righetto ha denunciato, ma gli inquirenti hanno dubbi. L’uomo e’ stato colpito a una mano mentre a suo dire tentava di difendersi da due persone che avrebbero provato a rapinarlo in via Franciosa, una zona sotto il controllo militare del clan Casella.

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Per gli investigatori è stato impossibile raccogliere elementi testimoniali. Nessuno ha visto o sentito niente. Nessun contributo potra’ arrivare da immagini registrate. In zona non ci sono telecamere di videosorveglianza. Un possibile contributo potra’ arrivare, quando sara’ in grado di conferire con gli investigatori, dal ferito nell’agguato, Vincenzo Di Costanzo. E’ ricoverato all’Ospedale del Mare,  con ferite alle gambe e all’inguine. E’  stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico e non e’ ritenuto in pericolo di vita.

gli interrogativi degli investigatori

Gli investigatori stanno cercando di capire se i due finiti nel mirino erano entrambi bersaglio designato dei killer o solo uno dei due mentre l’altro e’ rimasto coinvolto perche’ in sua compagnia? L’agguato va ricondotto alle dinamiche delle lotte di camorra per il controllo degli affari illeciti nella zona? E’ questo un altro interrogativo cui dare risposta. Di sicuro a Ponticelli si registrano fibrillazioni nei ‘rapporti’ tra i clan.

la relazione della dia su ponticelli

Un quadro dettagliato sulla situazione criminale a Ponticelli e sul potere dei clan arriva dall’ultima relazione semestrale della Dia che dedica al contesto territoriale un apposito capitolo. “Nel contesto di Ponticelli – secondo la relazione fornita al Parlamento – la frantumazione strutturale e operativa del clan De Micco ha dato luogo alla proliferazione di altri gruppi che hanno sfruttato anche l’indebolimento del contrapposto clan D’Amico. Pertanto, si e’ in presenza di un cartello criminale formato dalle storiche famiglie De Luca Bossa-Minichini-Schisa che si sono coalizzate con altri clan dei quartieri limitrofi estendendo la loro influenza anche nel comune di Cercola.

la camorra del rione luzzatti

Nel territorio permane, comunque, l’operativita’ della contrapposta famiglia De Martino, fedelissima del disarticolato clan De Micco che gestisce alcune piazze di spaccio nella zona del Rione Fiat con il placet dei De Luca Bossa, mentre, nel Rione Luzzatti, si conferma il forte radicamento della famiglia Casella – articolazione del disciolto clan Sarno – i cui esponenti di vertice ed affiliati sono stati scarcerati nel mese di ottobre 2019 per un difetto procedurale dopo essere stati raggiunti, nel 2018, da un provvedimento restrittivo”. Inoltre, secondo quanto denuncia la Dia, per il clan De Luca Bossa-Menichini sono presenti sul territorio “due giovani esponenti delle citate famiglie criminali, dei quali uno scarcerato nel mese di aprile 2020 e sottoposto agli arresti domiciliari, i quali starebbero radunando anche personaggi del disciolto clan Sarno”.

 

 

 


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