Camorra: ecco come fu ucciso il boss Patrizio Reale

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Camorra: è stato il pentito Salvatore D’Amico detto o’ lione a fare i nomi dei propri congiunti tra i mandanti ed esecutori materiale dell’omicidio del boss rivale Patrizio Reale.

Uno dei tanti cold case di camorra svelato grazie ai collaboratori di giustizia. E oggi sono sono state eseguite 6 misure cautelari. Per fare luce su uno degli episodi più cruenti della decennale faida di camorra che insanguina San Giovanni a Teduccio.

I palazzoni di via Nuova Villa controllati dalla famiglia di Ciro Rinaldi my way da un lato e via Pazzigno dall’altro controllati dai suoi parenti ovvero la famiglia Reale. E al centro via Imparato. Meno di 500 metri di distanza per un faida di camorra che nel quartiere napoletano di San Giovanni a Teduccio si trascina da oltre 30 anni.

    Da un parte i Rinaldi e dall’altra i Mazzarella che per la zona orientale si sono serviti di un esercito di ragazzini diretti dai D’Amico detti i Gennarella. Per la morte di Patrizio Reale sono stati destinatari di misure cautelari i capi della cosca, ovvero i fratelli Luigi, Gennaro e Salvatore meglio noto come ‘o pirata.

    Per i magistrati sono i mandanti del clamoroso agguato costato la vita al fratello di Carmine Reale ‘o cinese, nemico giurato dei D’Amico. I killer fecero irruzione nel basso a piano terra dove abitava e spararono contro Patrizio Reale che mori’ il giorno dopo.

    A ricostruire l’agguato non solo il pentito Umberto D’Amico, detto ‘o lione, ma gli stessi Reale che, intercettati in carcere, fecero delle inconsapevoli ammissioni. Gli episodi piu’ significativi e cruenti della guerra tra i Reale e i D’Amico hanno inizio nel 1989 con l’uccisione, da parte dei Mazzarella, del boss Antonio Rinaldi detto ‘o Giallo.

    Nel 1995 il fratello di quest’ultimo, Ciro, si vendico’ uccidendo Salvatore Mazzarella. Da questo episodio, pero’, scaturi’ la vendetta del fratello di Salvatore, Vincenzo ‘o pazzo, che volle e ottenne l’omicidio di Vincenzo Rinaldi, avvenuto nel 1996.

    Su questo omicidio ha fatto luce la confessione del collaboratore di giustizia Giuseppe Misso junior che racconto’ anche dell’uccisione di Gaetano Formicola del 1993 a opera dei Mazzarella con i Misso. Per indebolire il clan Mazzarella al centro storico di Napoli, i Rinaldi si schierarono con i Sibillo per conquistare, senza riuscire, i Decumani e Forcella.

     



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