Melito, Politica e clan: interrogazione del Senatore Sandro Ruotolo, al Ministro dell’interno

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Melito – Troppe ombre, chiesto l’invio della commissione di accesso. Interrogazione del Senatore Sandro Ruotolo, al Ministro dell’interno Lamorgese dopo la nomina ad assessore di Nadia Silva.

“Premesso che – si legge – la città di Melito, comune dell’area metropolitana di Napoli, di circa 38.000 abitanti, ha rinnovato il Consiglio comunale nella tornata elettorale dell’ottobre 2021; le elezioni amministrative sono state vinte al secondo turno da Luciano Mottola, già vicesindaco nella precedente amministrazione guidata dal sindaco Antonio Amente.

Nel novembre 2020 a seguito della prematura scomparso di quest’ultimo, Mottola ricoprirà il ruolo di sindaco facente funzioni fino a marzo 2021, data in cui 13 consiglieri comunali sottoscrivono un documento di sfiducia con la conseguente nomina di un commissario prefettizio sino alle amministrative di ottobre 2021; già a partire da marzo 2021, comincia in pratica, la campagna elettorale ‘passo dopo passo’ del candidato sindaco Mottola, sostenuto da 10 liste e tra queste figura anche la civica ‘Melito in movimento con Mottola sindaco’, ispirata da Antonio Papa, presidente di Aicast (Associazione Industria, Commercio, Artigianato, Servizi e Turismo) di Melito che annuncia sui social attraverso video e post la nuova iniziativa politica;L’8 giugno 2021 la Polizia di Stato e la Guardia di Finanza eseguono l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Napoli a carico di 31 persone (22 in carcere e 9 ai domiciliari) nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Napoli.



    Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, intestazione fittizia di beni, traffico di stupefacenti, reati aggravati dal metodo mafioso; tra gli arrestati figura anche il presidente di Aicast, che secondo le indagini, attraverso i suoi rapporti privilegiati con commercianti e imprenditori, agiva per favorire il clan camorristico degli scissionisti Amato-Pagano nell’attività del racket.

    La sede dell’associazione sarebbe stata la base operativa del clan, da qui si coordinavano le varie minacce ai malcapitati commercianti ma principalmente si applicava un inedito sistema di estorsione: le vittime ricevevano una fattura falsa per scaricare il pizzo come costi dell’attività; nell’inchiesta sopracitata altre misure restrittive coinvolgono il comandante e un agente della polizia municipale di Melito che avrebbero effettuato controlli in attività commerciali e cantieri edili indicati anche dal clan e, dopo aver contestato delle irregolarità, non avrebbero emesso verbali inducendo le vittime a prendere contatti con esponenti del clan, ed assoggettarsi al pagamento della tangente, ottenendo una percentuale sulle somme pagate; nella stessa ordinanza di custodia cautelare compare anche il nome di Antonio Amente, sindaco di Melito fino a novembre 2020, il provvedimento non sarà eseguito, per il decesso prematuro di quest’ultimo.

    L’ex primo cittadino a fronte di pagamenti elargiti in cambio di voti e rassicurazioni sull’assegnazione di appalti di lavori pubblici avrebbe avuto l’appoggio del clan di camorra Amato[1]Pagano fin dalla sua candidatura alle elezioni amministrative della primavera del 2011, all’esito delle quali risultava eletto l’altro candidato alla carica di sindaco Venanzio Carpentieri.

    Il clan nell’arco di due anni attuerà una strategia attraverso minacce, violenze e agguati contro esponenti della giunta e consiglieri comunali di maggioranza costringendoli all’esercizio difforme della loro volontà politica tale da indurli alle dimissioni e a sfiduciare nel febbraio 2013 lo stesso sindaco in carica Carpentieri; si fa rilevare che, – un anno prima – in data 9 giugno 2020, il Gip del Tribunale di Napoli emette 59 misure cautelari (38 in carcere, 18 ai domiciliari) nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Napoli denominata ‘Antemio’, su presunte collusioni tra politica, potere amministrativo, camorra e imprenditoria a Sant’Antimo, comune dell’area metropolitana di Napoli.

    Tra gli arrestati figura l’ingegnere Claudio Valentino, capo dell’UTC del comune di Sant’Antimo, attorno al quale – sostengono gli inquirenti – ruoterebbe un vero e proprio ‘sistema Valentino’ “basato sul controllo camorristico di quell’ufficio finalizzato a garantire plurime clientele prevalentemente a favore della criminalità organizzata””.

    “Un sistema che per volontà della camorra – evidenzia Ruotolo- , di pezzi di amministrazione e di sponde politiche si vuole replicare, come poi accadrà, al comune di Melito; in diverse intercettazioni, contenute nell’ordinanza di custodia cautelare ‘Antemio’, a più riprese mentre dialogano un ex consigliere comunale di Sant’Antimo nel ruolo di interfaccia e referente politico del clan camorristico dei Puca, un altro ex consigliere nel ruolo di tecnico progettista e lo stesso ingegnere Valentino più volte spunta il nome Luciano Mottola.

    In pratica i vari attori mettono in campo una manovra affinchè lo stesso Valentino s’insedi al comune di Melito, per replicare, appunto, ‘il sistema Sant’Antimo’. In particola nella conversazione – al Progressivo17445 delle ore 19:37 de127.9.2018- l’ex consigliere comunale, interfaccia del clan parlando con il suo interlocutore di Mottola dice: “….quello è una cosa con noi proprio…è di famiglia …però non esiste …e la famiglia siamo noi…mi state capendo a me?”.

    Si fa intendere che chiederanno a Mottola di appoggiare la nomina dell’ingegnere Valentino, all’ufficio tecnico del comune di Melito come poi in realtà avverrà in convenzione partime; si evidenzia che sarà proprio l’ingegnere Valentino nel ruolo di responsabile del settore pianificazione territoriale del comune di Melito nel dicembre 2018 a ereditare e gestire l’istruttoria della proposta di definizione bonaria delle pretese della concessionaria società Ipogeo Melito Spa che prevedeva tra l’altro l’ampliamento del cimitero di Melito con l’incremento di 1100 loculi. Se inizialmente il responsabile rilevava una serie di elementi a favore dell’amministrazione ed a sfavore del concessionario ben presto questo orientamento cambia.

    Tanto è vero che il 25/01/2019 sarà approvata dalla giunta Amente la delibera n.10 di ampliamento che recepisce intatta la proposta e il protocollo d’intesa del concessionario con l’amministrazione. A seguito di atti ispettivi e di un esposto presentato all’Anac dai consiglieri d’opposizione, l’Autorità Nazionale Anticorruzione con delibera n.1158 del dicembre 2020 sancisce che la procedura adottata è illegittima rilevando una serie di criticità in spregio alle discipline. Del cimitero di Melito ne accenna anche un collaboratore di giustizia nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Napoli e che l’8 giugno 2021 ha portato 22 persone in carcere e 9 ai domiciliari.

    In pratica il clan di camorra Amato[1]Pagano prelevava la tangente e parte dell’importo era suddiviso in quote a faccendieri e politici; infine c’è da segnalare, come evidenziato da alcuni organi di stampa, il sindaco di Melito Mottola a seguito delle dimissioni avvenute il 14/02/2022 dell’assessore Teresa Davide, nell’arco di tre giorni nomina e revoca il nuovo assessore Nadia Silva. Con il decreto n.6 del 18/02/2022 al progressivo albo pretorio n.189/2022 c’è la presa d’atto delle dimissioni di Davide e la conseguente nomina di Silva con l’attribuzione delle deleghe in materia di sport ed impianti sportivi, servizi cimiteriali, ambiente, efficientamento ed energie rinnovabili, mobilità sostenibile e beni confiscati.

    Trascorrono appena 72 ore e con decreto n.7 del 21/02/2022, di cui al progressivo albo pretorio n.194/2022, si annulla il precedente decreto senza fare mai menzione del nome e cognome dell’assessore revocato”.

    “La frettolosa marcia indietro di Mottola – precisa ancora Ruotolo – sarebbe avvenuta perchè la neo assessora Silva, che in passato ha ricoperto ruoli istituzionali presso il comune di Casavatore, è citata negli atti di scioglimento dello stesso comune, in quanto moglie di Antonio Orefice, il quale sarebbe affiliato al clan camorristico dei Ferone, gruppo satellite degli scissionisti del clan camorristico degli Amato[1]Pagano che a Melito hanno la loro roccaforte; a parere dell’interrogante il quadro che emergerebbe, se confermato, oltre ad essere inquietante lascia trasparire un profondo e radicato inquinamento della vita politico-amministrativa del comune di Melito; si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti illustrati, se intenda adottare le iniziative di competenza per l’istituzione di una commissione d’indagine per l’esercizio dei poteri di accesso e di accertamento di cui all’articolo 143 del testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, alla luce degli elementi evidenziati che interessano il comune di Melito e della possibile ingerenza della criminalità organizzata in quest’area”.

    Luigi Vanacore


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