Triplice omicidio stradale, al via il processo per quattro automobilisti campani

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Tragico incidente sulla Napoli-Milano in cui morirono tre giovani del napoletano: al via il processo per quattro automobilisti davanti al giudice per le udienze preliminari del tribunale di Aversa.

Il giorno della tragedia è  l’8 aprile 2019 e a perdere la vita furono Antonio Esposito, Maria Notaro e Arcangelo D’Affitto. Oggi si è tenuta la prima delle udienze dinanzi al Gup del Tribunale di Napoli Nord, Antonino Santoro, rinviata poi al 18 marzo per un difetto di notifica, per i quattro automobilisti coinvolti nella ‘carambola’ di sei auto in cui persero la vita i tre giovani Antonio Esposito, 28 anni, di Afragola, la fidanzata Maria Notaro, 23, di Piazzolla di Nola, e Arcangelo D’Affitto, 23, di Afragola. Gli imputati per omicidio stradale sono: M. M., 42 anni, di Napoli; E. D. M., 23, di Crispano; M. D., 23, di Volla; G. R., 24, di Cardito ai quali è contestata anche l’aggravante di aver causato la morte di più persone e per G.R. anche di essersi messo alla guida sotto l’effetto di sostanze psicotrope. Per un difetto di notifica a uno degli imputati, stamani non si è potuto dare corso all’udienza preliminare, che però il giudice ha ri-calendarizzato con un rinvio breve già al 18 marzo prossimo, per dare risposte alle parti offese, molte delle quali presenti in aula, che si aspettano almeno un po’ di giustizia. Giustizia che purtroppo non potrà mai vedere il papà di Antonio Esposito, Giuseppe, nel frattempo prematuramente scomparso, ma in cui confidano la mamma, il fratello, la sorella e la nonna del giovane che, per essere assistiti, tramite il consulente legale Luigi Cisonna, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e tutela dei diritti dei cittadini, in collaborazione con l’avvocato del foro di Napoli Aldo Fornari.

Il terribile sinistro accade poco prima delle 3 di notte sulla Autostrada A/1, tra Acerra, Afragola e il bivio con l’A16, in direzione Roma-Napoli. Come ricostruito dalla sezione di Polizia Stradale di Napoli, che ha effettuato i rilievi, la Nissan Micra condotta da E. D. M., e con a bordo le tre vittime, sta procedendo sulla corsia centrale e a velocità moderata, 79 km all’ora: dal punto di vista della dinamica, il conducente dell’utilitaria non ha responsabilità, ma gli viene contestato di aver omesso di far indossare la cintura di sicurezza ai tre amici che trasportava.
All’improvviso, sulla Micra piomba la Mercedes Benz 190D guidata da M. M. che, si legge nella richiesta di rinvio a giudizio, “sopraggiungendo a una velocità di 130 km/h, in un tratto dove il limite è 100 km/h e senza illuminazione’, tampona con violenza la Nissan.
E’ l’impatto che scatena l’inferno e che, in particolare, sarà fatale a Maria Notaro. Le due vetture, in fase di sbandamento, si urtano più volte tra loro e la Micra viene scaraventata contro il new jersey di destra con una forza tale da provocare il distacco della portiera posteriore sinistra e da sbalzare fuori dall’abitacolo la ventitreenne, che è seduta nel sedile dietro sul lato sinistro, e che muore sul colpo.

L’utilitaria, dopo l’urto con il new jersey viene rimbalzata all’interno della careggiata attraversandola tutta da destra a sinistra e urtando all’altezza della ruota posteriore destra una Renault Captur che sopraggiunge da dietro condotta da un 24enne di Napoli, nei cui confronti la Procura non ha ritenuto di dover procedere non ravvisando evidentemente responsabilità a suo carico e un ruolo decisivo nella complessa dinamica (così come non è entrato nell’inchiesta il conducente dell’Alfa Romeo Giulietta, un 28enne di Napoli, che è riuscito a evitare la Micra salvo centrare la Mercedes di M. M., sopravvissuto come gli altri conducenti).



    Determinanti saranno invece, in particolare per Antonio Esposito e Arcangelo d’Affitto, i due successivi impatti da parte di veicoli che sopraggiunsero alle spalle subiti dalla Nissan, che intanto si era finalmente fermata sulla corsia di sinistra dell’autostrada, rivolta nel senso di marcia opposto a quello iniziale: sulla piccola vettura si schiantano prima, nella sua parte anteriore, la Lancia Y guidata da M. D., facendola ri-carambolare al centro della carreggiata, e poi, colpendola sulla fiancata sinistra, il Fiat Doblò condotto da G. R. In seguito a questi due ulteriori scontri anche il ventottenne, che è seduto sul sedile posteriore sul lato destro, muore all’istante, e il 23enne riporta politraumi così gravi da non riuscire a sopravvivere: morirà dopo tre giorni di agonia all’ospedale. Anche a questi ultimi due conducenti vengono contestate la condotta negligente, imprudente e imperita, e a G. R., in aggiunta, anche quella di guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti essendo risultato positivo ai cannabinoidi.
    Il 18 marzo prossimo dovrebbe iniziare il processo atteso già da due anni.




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