Per volere di Zagaria: volevano eliminare Della Volpe perché si era messo “in proprio”. Il pm ha chiesto tre ergastoli

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Dell'Aversano, Conte e Virgilio accusati dell'omicidio di Nicola Villano e del tentato delitto del ras Della Volpe
Un doppio agguato. Il commando prima cercò di uccidere il ras Raffaele Della Volpe, capozona dei Casalesi su Aversa, che riuscì a salvarsi per la presenza in auto della moglie e della figlia di pochi mesi. Poi contro un suo uomo di fiducia, Nicola Villano, detto zeppetella, ucciso in un autolavaggio a San Marcellino. Era il 20 luglio del 2001 ed oggi, a 18 anni dai fatti, il pubblico ministero della Dda Alessandro D'Alessio ha chiesto il carcere a vita per 3 dei presunti responsabili del raid di camorra. Il pm dell'Antimafia, nel corso della sua requisitoria pronunciata nel corso del con abbreviato che si sta celebrando dinanzi al giudice Di Palma del tribunale di , ha invocato l' per Cristofaro Dell'Aversano, Vincenzo Conte, detto nas ‘e cane, e Claudio Giuseppe Virgilio, ritenuto lo specchiettista di quel raid di morte. Adesso la parola passa ai difensori, gli avvocati Angelo Raucci, Alfonso Quarto e Paolo Caterino.
L'indagine, avviata nel 2016, anche a seguito di alcune dichiarazioni di collaboratori di giustizia quali Antonio Iovine, Bruno Lanza, Giuseppe Misso e Salvatore Orabona, ha consentito attraverso di far luce sui delitti.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, gli allora latitanti Antonio Iovine e Michele Zagaria avevano stabilito che Raffaele Della Volpe, capo zona su Aversa, doveva essere eliminato poiché aveva costituito un suo gruppo criminale che aveva cominciato a muoversi in autonomia, omettendo di versare al clan dei Casalesi il provento delle estorsioni. In tale contesto, venne organizzato un gruppo di fuoco che, il 20 luglio 2001, dopo aver incrociato ad Aversa l'auto su cui viaggiava Della Volpe, aprì il fuoco, ma la vittima riuscì a scampare all'attentato anche perché i killers non proseguirono nell'azione in quanto notarono la presenza in macchina della moglie e della figlia di pochi mesi.
Dopo poco il gruppo criminale, avendo riconosciuto Nicola Villano (ritenuto vicino a Della Volpe) in un autolavaggio di San Marcellino, durante il tragitto di ritorno verso San Cipriano d'Aversa, esplose nei suoi confronti numerosi colpi di arma da fuoco, uccidendolo.
Dalle attività investigative è quindi emerso che i mandanti dell'evento delittuoso sono stati Antonio Iovine e Michele Zagaria (che ha scelto il rito ordinario); gli esecutori materiali sono stati Cristofaro Dell'Aversano e Vincenzo Conte, mentre Claudio Giuseppe Virgilio avrebbe avuto il compito di agevolare negli spostamenti i componenti del gruppo di fuoco.


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