Napoli, infiammazione alla gola e ritardi nei soccorsi, muore 49enne: la famiglia presenta una denuncia

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E’ morto per una banale infiammazione alla gola e per i ritardi nei soccorso. Così denuncia la famiglia attraverso il suo legale. La vittima era un personaggio noto a Napoli era il titolare della braceria “Cantina La Barbera” in via Marghen al Vomero, si chiamava Alberto Maria Turco e aveva 49 anni. La sua morte risale a sei mesi fa, nel luglio scorso ma l’avvocato Valerio Minucci, come riporta Il Mattino ha deciso di rendere pubblica la vicenda solo ora perché ha dovuto attendere tre mesi per avere le cartelle cliniche dall’ospedale Cto dove l’uomo era stato ricoverato e morto e perchè solo dopo le consulenze mediche del professore Luigi Palmieri, ordinario di Medicina legale presso la Seconda Università, ci si è resi conto di quanto accaduto. La vicenda sarà chiarita dall’inchiesta dopo la denuncia presentata dalla signora Raffaella Di Donna, moglie di Turco. “Fa rabbia morire a 49 anni per una infiammazione della epiglottide – ha spiegato l’avvocato Minucci a Il Mattino- una patologia causata di solito da una infezione virale o batterica alla laringe che viene considerata non grave”. Eppure Alberto, che godeva di ottima salute è morto. Secondo la denuncia il 24 luglio scorso l’uomo ha avuto una crisi respiratoria dovuta alla forte infiammazione alla gola. L’ambulanza del 118 sarebbe arrivata in ritardo e quando finalmente arriva “Alberto era già cianotico- ha raccontato l’avvocato Minucci- aveva il collo gonfio e il respiro sempre più affannoso. Invece di portarlo subito al pronto soccorso del vicino Cardarelli, hanno iniziato a visitarlo senza essere dotati della giusta strumentazione. Mancava perfino l’abbassalingua. In ogni caso i sanitari arrivano alla conclusione che le vie aeree erano totalmente ostruite e non permettevano alcuna ispezione.La moglie aveva chiesto che il marito venisse accompagnato al Cardarelli: più vicino e più attrezzato. Niente da fare – aggiunge Minucci – la risposta è che si va al Cto”. Ma nel tragitto Alberto – come scritto nella denuncia presentata dai familiari – a causa dell’insufficienza respiratoria va in arresto cardiaco, quando arriva al Cto le sue condizioni sono disperate: morirà dopo cinque giorni in seguito ai gravi danni cerebrali riportati”. E ora la famiglia attende di sapere se Alberto poteva essere salvato e se vi sono colpe mediche.




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