Nuovo strage di braccianti nel Foggiano: 12 morti nello schianto col pullmino

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 Erano in 14, probabilmente viaggiavano in piedi, stipati in un furgoncino bianco con targa bulgara che poteva trasportare al massimo otto persone e che si e’ capovolto sull’asfalto dopo lo schianto: una scena apocalittica, con i corpi straziati tra le lamiere. Dodici i morti, tre i feriti. Le vittime sono tutti braccianti agricoli extracomunitari che tornavano da un’altra dura giornata di lavoro nelle campagne del Foggiano. L’impatto tra il pulmino ed un tir che trasportava un carico di farinacei, e’ avvenuto sulla statale 16, all’altezza dello svincolo per Ripalta, nel territorio di Lesina, nel Foggiano. Sale cosi’ a 16 il numero dei morti che si contano in due incidenti stradali avvenuti a poco piu’ di 48 ore di distanza l’uno dall’altro e che mostrano drammaticamente, per una tragica fatalita’, le stesse modalita’ e circostanze. Solo sabato scorso, allo stesso orario, le 15.30, altri quattro braccianti nordafricani che erano a bordo di un pulmino bianco sono morti nell’impatto con un tir carico di pomodori, sulla strada provinciale 105 tra Ascoli Satriano e Castelluccio dei Sauri. Quattro i feriti, anche loro migranti, che sono ricoverati in gravi condizioni in ospedale. Su questo incidente, che ha mobilitato tutte le sigle sindacali, si indaga per caporalato, per verificare, cioe’, se le vittime fossero nelle mani di caporali. La stessa indagine potrebbe ora riguardare anche l’incidente stradale di oggi. Sembra che il furgone con a bordo i migranti stesse procedendo verso San Severo quando l’autista, forse a causa di un colpo di sonno o forse per un malore, avrebbe perso il controllo del mezzo che ha invaso la corsia opposta, scontrandosi frontalmente con il tir carico di farinacei che viaggiava in direzione opposta. Dodici braccianti sono morti sul colpo. I tre feriti, tra cui anche l’autista del camion, sono stati ricoverati nell’ospedale di San Severo: nessuno di loro e’ in pericolo di vita. Per estrarre le vittime dalle lamiere i vigili del fuoco hanno fatto intervenire una gru. Sul posto anche i carabinieri, la polizia stradale e ambulanze del 118. Anche in questo caso, come gia’ si e’ verificato sabato scorso, le vittime non avevano documenti di riconoscimento e la loro identificazione richiedera’ tempo. E’ probabile, cosi’ come e’ stato accertato per le vittime di sabato, che il furgone carico di migranti, per lo piu’ africani, stesse rientrando nel Ghetto di Rignano, sgomberato nel 2017 e dove in realta’ ne e’ gia’ sorto un altro, con circa 600 roulotte. L’Aula del Senato ha osservato un minuto di silenzio in memoria delle vittime. Il ministro del Lavoro Luigi Di Maio ha annunciato che saranno avviate tutte le procedure per un aumento del numero degli ispettori contro la piaga del caporalato. E il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha detto che chiedera’ controlli a tappeto per combattere sfruttamento e caporalato. Su Facebook il premier Giuseppe Conte annuncia che domani sara’ a Bologna e a FOGGIA, per portare la vicinanza di tutto il Governo ai feriti e ai familiari delle vittime. Il governatore della Puglia, Michele Emiliano, e’ convinto che “si puo’, si deve fare qualcosa e subito” e precisa che la Regione ha stanziato le risorse per garantire un trasporto piu’ sicuro dei lavoratori dell’agricoltura. “Ma per predisporre un servizio di trasporto pubblico – dice – e’ necessaria la collaborazione delle aziende agricole che, con la massima trasparenza, devono farne richiesta comunicando numero di lavoratori, orari di lavoro, tragitti di percorrenza. Questo non avviene mai, non e’ mai avvenuto sino ad oggi”. A Foggia domani Flai, Fai e Uila terranno una conferenza stampa per illustrare i dettagli della manifestazione che le tre categorie sindacali Agricole di Capitanata hanno promosso, gia’ ieri, per mercoledi’ nel capoluogo Dauno. E l’8 agosto si terra’, decisa sempre ieri, dalla Usb – con partenza dal ghetto di Rignano e arrivo a Foggia – una “marcia dei berretti rossi”, come i cappellini che i braccianti indossavano nei campi per proteggersi dal solleone mentre raccoglievano i pomodori per ricevere la paga di 2 euro e 50 all’ora.




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