Fine pena mai per il boss Fabbrocino: fece uccidere il figlio di Cutolo

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E’ in carcere da 12 annie oggi a 74 anni suonati è venuto a conoscenza che lui dal carcere non uscirà più: fine pena mai. Il boss dell’area vesuviana, Mario Fabbrocino, detto o’ gravunaro, nativo di San Giuseppe Vesuviano ma uomo del vertice di quella che era la Nuova famiglia guidata dall’ex padrino pentito Carmine Alfieri, è stato condannato in via defintiva dalla Cassazione perché ritenuto il mandante dell’omicidio di Roberto Cutolo, figlio si raffaele, il “professore di Ottaviano”.I giudici della prima sezione penale della Suprema (presidente Maria Stefania Di Tommasi)  hanno respinto la richiesta del boss di ridetermi­nare la pena, già definitiva. I legali di Fabbrocino infatti avevano presentato un ricorso per trasformare la condanna al carcere a vita incassata dal­la Corte d’Assise d’Appello del Tribunale di Milano nel 2006, in una più “mite” sen­tenza a 30 anni di reclusione.

Il boss aveva proposto un incidente di esecuzione per rideterminare al ribasso la condanna. Una possibilità concessa dal codice di proce­dura penale. Alla base del ricorso una sentenza della Cor­te Europea dei Diritti Umani e un altro verdetto emesso dalla Corte Costituzionale. Interpretazioni e riferimenti normativi che però non hanno convinto i giudici. Secondo la Cassazio­ne, infatti, i magistrati che hanno condannato il boss al carcere a vita non hanno commesso errori procedurali e le sentenze richiamate non possono essere applicate al caso specifico. Fine pena mai dunque. Ad uccidere raffaele Curolo fu il killer Antonio Schettini che poi si è pentito accusandosi di ben 37 omicidi tra cui quello di Roberto Cutolo su mandato del “Graunaro”, per l’anagrafe Mario Fabbrocino.  Il killer pentito quest’anno tornerà in libertà dopo aver scontato tutti i suoi anni di carcere che gli sono stati inflitti.Roberto Cutolo fu massacrato con 10 col­pi di pistola,  il 19 dicembre del 1990, da un commando armato nei pressi di un bar a Tradate, paesino della provincia di Varese, dove il rampollo del super boss di Ottaviano era stato confina­to al soggiorno obbligato. Secondo g li inquirenti, il padrino di San Gennaro Vesuviano decise di eliminare Roberto Cutolo per colpire al cuore ciò che restava del clan. Nell’ambito dell’inda­gine sono però emersi anche legami con la malavita del Nord Italia, nel cui ambiente il delitto di Cutolo jr. servì forse da merce di scambio.

(nella foto di repertorio un giovanissimo Roberto Cutolo insieme con il padre Raffaele e nel riqadro Mario Fabbrocino)


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