Tre omicidi del clan D’Ausilio: confermati due ergastoli per i boss, salvi dal carcere a vita Marigliano e Scarpa

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Napoli. Tre omicidi commessi tra il 2007 e il 2009 nella zona di Fuorigrotta: la Corte d’Assise d’Appello conferma due ergastoli e riduce a 26 anni la pena per Gennaro Marigliano. La III sezione della Corte d’Assise di Napoli si è pronunciata sugli imputati accusati di aver ucciso Antonio Zito, Giovanni Toller e Amedeo Colle, per i quali erano stati comminati – in due gradi di giudizio – tre ergastoli al boss Domenico D’Ausilio dell’omonimo clan, Roberto Tripodi e Gennaro Marigliano, con isolamento diurno per il primo di due anni per il secondo di un anno e 4 mesi e per il terzo di sei mesi, mentre Luca Scarpa era stato condannato a 28 anni di reclusione. Il 28 settembre del 2016 la Suprema Corte di Cassazione, all’esito delle arringhe difensive degli avvocati Aricò, Vannetiello, Krogg e Liguori aveva però annullato la condanna emessa dalla Corte di assise di appello – II sezione – disponendo un nuovo giudizio per la rideterminazione della pena.
Oggi il collegio giudicante, presieduto dal presidente Mastursi, a latere Taddeo, ha confermato l’ergastolo nei confronti di D’Ausilio e di Tripodi, riducendo solo la durata dell’isolamento a mesi sei per il boss e 2 mesi per il luogotenente Tripodi.
Ma la decisione più significativa assunta dalla Corte riguarda l’altro braccio destro del capoclan, Marigliano Gennaro. Marigliano, seppur già in precedenza condannato per associazione camorristica, ha ottenuto la riforma della sentenza di condanna all’ergastolo sostituita con quella di 26 anni di reclusione in accoglimento della richiesta formulata dall’avvocato Dario Vannetiello del Foro di Napoli. Grazie a tale decisione, Marigliano ha definitivamente cancellato il pericolo del “fine pena mai” .
Infine, la Corte ha mitigato anche la pena per Luca Scarpa, difeso dall’avvocato Francesco Liguori, che è passata da 28 a 22 anni di reclusione.




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