Caso Consip, Ultimo: ”Nessun golpe, il pm Musti è stata supportata in quello che ci ha chiesto”

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Roma. E’ ormai uno scontro ‘vis à vis’. Il caso Consip e Cpl Concordia è una resa dei conti tra Magistratura e Politica da un lato e coloro che hanno seguito le indagini, dall’altra. Le rivelazioni delle dichiarazioni del procuratore Lucia Musti al Csm, apparse stamane su alcuni quotidiani, e che riguardano presunte pressioni del vice comandante del Noe, Sergio De Caprio, e del maggiore Gianpaolo Scafarto per indirizzare le indagini sul premier Matteo Renzi, sono state dirompenti tanto da generare la reazione di De Caprio, il Capitano Ultimo, e una sequela di reazioni. Presentata anche un’interrogazione parlamentare da parte del Pd. L’unica che non ha commentato è stata proprio il Procuratore di Modena, Lucia Musti. Il colonnello De Caprio risponde ai politici del Pd che hanno urlato al complotto e al golpe contro lo Stato: “Leggo che illustri esponenti politici – tra cui il Ministri Dario Franceschini, Luigi Zanda, Michele Anzaldi, Pino Pisicchio – paventano colpi di stato e azioni eversive da parte del Capitano Ultimo e di pochi disperati carabinieri che lavorano per un tozzo di pane. Stiano sereni tutti, perchè mai abbiamo voluto contrastare Matteo Renzi o altri politici, mai abbiamo voluto alcun potere, mai abbiamo falsificato alcunchè”. Ha detto all’Ansa, il colonnello Sergio De Caprio, a proposito della vicenda Consip. “L’unico golpe che vediamo – ha detto il Capitano Ultimo – è quello perpetrato contro i cittadini della Repubblica, quelli che non hanno una casa, quelli che non hanno un lavoro e quel golpe non lo hanno fatto e non lo fanno i carabinieri”. Poi il colonnello è entrato nel merito della vicenda e alle accuse lanciate da Musti nel corso dell’audizione alla Prima commissione del Csm: “La dottoressa Musti è stata supportata in tutto quello che ci ha liberamente richiesto, compresa la presenza del capitano Scafarto a Modena, compreso il fatto di non informare delle indagini il comandante provinciale dei carabinieri di Modena e la Prefettura perchè li considerava collusi con le cooperative rosse su cui da tempo indagava autonomamente”. Ha affermato il colonnello De Caprio. E proprio a proposito di queste dichiarazioni il Procuratore capo di Modena ha rotto il silenzio durato l’intera mattinata e si è trincerata dietro un “Non commento le dichiarazioni del colonnello Sergio De Caprio. Risponderò solo alle domande dei magistrati della Procura della Repubblica di Roma”.

Sulla vicenda è intervenuta anche il Ministro della Difesa, Roberta Pinotti, a margine di una visita allo stabilimento Leonardo di Genova. Il Ministro giudica le dichiarazioni del colonnello come uno sfogo personale, da non attribuire all’Arma dei Carabinieri e lo isola chiedendo l’intervento del Comando generale: “Ho letto le dichiarazioni del colonnello De Caprio che sono da attribuire a lui personalmente e basta, non certo all’Arma dei Carabinieri che ha sempre e continua a dimostrare grande fedeltà a quello che è il proprio ruolo. Credo che dovranno anche essere valutate dal Comando generale”.

Mentre il Pd e il deputato Michele Anzaldi hanno presentato un’interrogazione ai ministri dell’Interno e Difesa per sapere se De Caprio era autorizzato a parlare. L’interrogazione è stata presentata oggi pomeriggio e si chiede ai ministri Marco Minniti e Roberta Pinotti ‘Se non ritengano necessario valutare se e in che modo si debba intervenire per verificare se alcuni Carabinieri abbiano realmente tramato contro i vertici democratici del Paese’. Si chiede inoltre ‘se le dichiarazioni alla stampa del comandante De Caprio siano state autorizzate o meno dai vertici dell’Arma’.



    Anzaldi ci va giù pesante e continua a sostenere la tesi del complotto per rovesciare il ‘vertice democratico del paese’. “Se quanto emerso fosse confermato, saremmo di fronte ad atteggiamenti di pubblici ufficiali dell’Arma dei Carabinieri – scrive il deputato del Pd – anche con incarichi di rilievo, che avrebbero tramato per rovesciare il vertice democratico del Paese, in uno scenario ai limiti del colpo di Stato”. E ancora: “Di fronte alle accuse rese in sede ufficiale dalla pm Musti, il comandante De Caprio ha risposto con dichiarazioni alla stampa, invece che nelle sedi preposte, che inquietano ancora di più, con repliche dirette a magistrati, ministri, parlamentari della Repubblica, mettendo ancor più in imbarazzo l’Arma dei Carabinieri”. Di conseguenza “si chiede di sapere se i Ministri interessati non ritengano opportuno quanto necessario, di fronte ad uno scenario del genere, nel rispetto del lavoro della magistratura, considerato che dal lato giudiziario stanno già indagando sia la Procura di Roma sia il Csm, ora che sono emersi i contenuti gravissimi della deposizione di un giudice di fronte al massimo organo della magistratura quale è appunto il Csm, valutare se e in che modo si debba intervenire per verificare se alcuni carabinieri abbiano realmente tramato contro i vertici democratici del nostro Paese, anche per scongiurare il rischio che questa vicenda arrechi un grave vulnus all’immagine dell’Arma dei Carabinieri, anche per salvaguardare il fondamentale rapporto dei cittadini italiani con la medesima”. Inoltre si chiede “se i ministri interessati non ritengano opportuno quanto necessario chiedere di acquisire le carte riguardante la deposizione della pm Musti che coinvolge componenti dell’Arma dei Carabinieri, ancora in servizio e addirittura oggetto di promozioni”.

    Intanto non comincerà prima della prossima settimana l’esame degli atti inviati dal Csm alla Procura di Roma riguardanti la vicenda Consip. In particolare da palazzo Marescialli sono stati inviati i verbali inerenti le dichiarazioni rese dalla procuratrice di Modena, Lucia Musti. Gli atti sarebbero stati trasmessi dal Consiglio superiore della magistratura da diversi giorni, ma la Pec sarebbe arrivata – secondo quanto si è appreso a piazzale Clodio – solo ieri pomeriggio. Inoltre, complice alcuni impegni istituzionali sia il procuratore capo Giuseppe Pignatone che l’aggiunto Paolo Ielo sono fuori Roma almeno fino a lunedì. Secondo quanto si è appreso comunque dopo l’esame del dossier gli inquirenti decideranno se inserirlo nel fascicolo relativo alla vicenda della centrale di acquisti della pubblica amministrazione oppure aprire un fascicolo apposito ed avviare specifici accertamenti.


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