22 ottobre, uno scatto d’Orgoglio Torrese da ripetere in futuro

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Qualcuno lo ha definito un “22 Ottobre perfetto” per Torre

Annunziata, miscelando la buona novella religiosa del ritorno della Processione

della Madonna della Neve – dopo tre anni di stop

dettato dall’imperversare del Covid da Coronavirus .

Poi la bella notizia

sportiva della vittoria di Irma Testa, prima donna italiana boxuer

(ndr: quale è il femminile: boxeuse?) laureatasi campionessa d’Europa a

Budva in Croazia, dopo un inizio di torneo difficile.

Insomma, per

un giorno ha potuto sorridere la gente Oplontina, i Torresi

cittadini di Torre Annunziata, martoriata e umiliata negli ultimi tempi

da scandali amministrativi e politici a causa di varie vicende,

più o meno losche.

In una ridda di confessioni e delazioni

più o meno attendibili che hanno trovato il loro culmine

– e il colmo della sopportabilità – nella ipotesi della

infiltrazione camorristica e del taglieggiamento malavitoso del glorioso Savoia. La

notizia ha fatto tanto scalpore da mobilitare nientepopòdimeno che Emanuele

Filiberto. Proprio lui, la stella della TV in programmi televisivi

di discutibile qualità, figlio del pretendente al Trono d’Italia, Vittorio

Emanuele di Savoia, a sua volta figlio di Umberto, il

Re di Maggio.

Tutti e tre, per chi scrive, meridionalista equilibrato

ma determinato, hanno un solo ma determinante difetto: essere eredi

diretti di Vittorio Emanuele II, che si insediò sul trono

d’Italia, dopo avere annesso il Regno delle Due Sicilie con

una guerra criminale fino alla ferocia e un successivo plebiscito

farsa di tipo putiniano. E lo fece, conservando il proprio

nome di re ”Vittorio Emanuele II”- Ultimo Re di sardegna

e primo Re d’Italia. Senza cambiarlo, in dispregio della sua

nuova condizione di “arrivato” a un trono, il trono d’Italia,

che – senza il determinante appoggio della Inghilterra – avrebbe

potuto soltanto sognare. Non un pelo di più.

    Ebbene, lo stramiliardario

    Emanuele Filiberto – dopo avere subito chiarito che non ci

    vuol rimettere un euro – si è detto disponibile a

    sostenere il Savoia nel calcio, promuovendo una cordata di “responsabilli”

    per dirla con un termine di attualità politica. Ben venga./> Ma di quell’aiuto sparagnino potrebbero anche fare a meno i

    cittadini Torresi. Potrebbero per esempio fare per la squadra del

    Savoia, quello che hanno fatto in occasione della “processione” della

    Madonna della Neve alla quale, nonostante l’impegno dell’energico e fattivo

    Mons.Russo, il Commissario Serra aveva deliberato soltanto un impegno di

    spesa di Settemila Euro, a fronte dei Trentamila previsti.

    Anche se

    però, la “processione della Madonna bruna” è stata anomala per

    gli effetti dell’orientamento – prudenziale oltre il dovuto, anche in

    termini di sicurezza pubblica – assunto da chi non ha

    voluto il corteo processionale, i Torresi residenti e i commercianti

    delle strade attraversate dalla Immagine sacra hanno risposto con una

    splendida lezione di civiltà. Sì proprio così, sorprendendo tutti. Anche

    chi scrive. Ma soprattutto, hanno lanciato un segnale inequivocabile alle

    Amministrazioni comunali o commissariali, presenti passate e future, infiltrate o

    indenni, come speriamo, per un futuro di riscatto torrese e

    comprensoriale.

    Hanno infatti addobbato a festa botteghe e negozi per accogliere

    così la “loro” Madonna della Neve, quasi ridestando un’ atmosfera

    natalizia fuori tempo. Con un deciso scatto d’orgoglio civico torrese,

    hanno riscattato anni di malinconico declino delle Città di Torre

    Annunziata e dei suoi valori civici di città operosa e

    accogliente, apprezzati già da Goethe nel Settecento. Il grande Goethe

    infatti, dopo avere fatto tappa a Torre della, Annunciata nell’anno

    1787, poi nel suo famoso “Viaggio in Italia” scrive così:

    “Pranzammo a Torre Annunziata con la tavola disposta proprio in

    riva al mare. Tutti erano felici d’abitare in quei luoghi,

    alcuni affermavano che senza la vista del mare sarebbe impossibile

    vivere. A me basta che quell’immagine permanga viva nel mio

    spirito.”

    Una giornata, quindi, vissuta da vincenti quella dei devoti della

    Madonna della Neve con il breve corteo, che si è

    diretto al porto e poi è risalito in piazza Cesàro,

    dove è stata svelata la lapide per ricordare il miracolo

    della Madonna che fermò l’eruzione del Vesuvio, alla presenza dei

    commissari prefettizi Serra e Mone e del neosenatore Orfeo Mazzella,

    per poi concludersi in Piazza Giovanni XXIII.

    Federico L.I. Federico


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