Il Napoli, il rinnovo di Insigne e i tifosi

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Si riparte con il Napoli in cima alla classifica assieme al Milan, ma si riparte anche con le critiche per tutte vicende che interessano il Napoli.

Si riparte dall’infinita telenovela del rinnovo di Insigne che si è arricchita anche delle prestazioni del capitano del Napoli con la Nazionale di calcio che non sono state di quelle ottimali.

E proprio sul rinnovo di Insigne va ricordata una cosa: a Napoli sono passati tanti campioni i quali, per svariati motivi , ad un certo punto sono andati via a volte con malumore della piazza ( vedi Higuain ), a volte con la rabbia ( l’addio di Diego Maradona ). E il Napoli è sempre sopravvissuto a questi addii, anzi più volte è arrivato un giocatore ancora più forte.

I giocatori “bandiera” come c’erano tanti anni fa ora non ci sono più, il calcio è cambiato e i giocatori scelgono come e dove devono giocare e vivere.

    Certo sarebbe bello se Insigne potesse finire la sua carriera al Napoli , come fece a suo tempo Totti con la Roma, e penso che ogni napoletano se lo augura in cuor suo, ma se non dovesse succedere significa che non c’erano le condizioni. 

    E quali sono queste condizioni?  La più importante, e forse quella che deciderà il futuro di Insigne, è la famiglia.
    Perché non è facile per nessuno, tantomeno per Insigne, cambiare tutto, allontanarsi dai propri cari e portare i figli lontano dalla città in cui sono vissuti fino ad ora e dagli amici.

    Probabilmente è questa la vera decisione che Insigne e la sua famiglia dovrà prendere al di là del compenso economico, che pure è importante.

    E si ritorna anche a parlare dei tifosi e dei gruppi organizzati.


    Il Napoli sta investendo tanto per riportare allo stadio famiglie e bambini ,e per raggiungere questo obiettivo ha fatto scelte difficili soprattutto nei confronti dei cosiddetti gruppi organizzati i quali si sono ritrovati a dover rispettare le regole per entrare nello stadio come tutti gli altri tifosi. Bene. E’ giusto.

    Nello stadio ci si deve divertire e rilassare senza inutili tensioni e senza che ci possano essere dei “finti guappi” che si credono i padroni dello Stadio che a dispetto delle regole e della buona educazione ti dicono se ci si può sedere o meno al posto acquistato o se si può indossare o meno la sciarpa originale del Napoli .

    Questa gente non può e non deve avvelenare il tifo organizzato. Se la fan-zone serve a ristabilire un clima di trasparenza e di allontanare questa gente ben venga. Anzi dovrebbero essere proprio i gruppi organizzati ad allontanare le mele marce e dare il giusto esempio. Perchè fino a qualche tempo fa in curva c’era la regola del branco e del più forte, e poco importa se non si poteva vedere la partita perchè stavano tutti in piedi. Senza nessun rispetto altrui.

    Avere un area dedicata al tifo organizzato è sicuramente la soluzione che in questo momento è la strada più percorribile , ma che non risolve il problema : per cambiare veramente ci vuole una presa di coscienza collettiva.


    Ultima considerazione: gli arbitri.


    Da sempre il Napoli non è molto simpatico alla stampa del Nord che è legata anche economicamente a realtà calcistiche di quelle regioni .
    Nessuno scandalo , è un dato di fatto, come sappiamo che spesso ad arbitrare le partite del Napoli ci sono arbitri che a seconda dell’esigenza diventano troppo o poco solerti ad applicare il regolamento.

    Questo Spalletti lo ha capito bene, per portare a casa traguardi importanti bisogna vincere tutte le partite, vincere sul campo. Fino ad ora il Napoli è riuscito a farlo e dovrà essere altrettanto bravo a non mollare la presa.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

     



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