Napoli, – Un’onda di emozione ha travolto il Teatro Diana nella serata di ieri, in occasione della quarta edizione del Premio Umberto Bellissimo, evento che ormai si è imposto come un appuntamento irrinunciabile nel panorama culturale napoletano.
Nato dal dolore e dall’amore di Paola De Marco Bellissimo, vedova dell’indimenticabile artista, il Premio è oggi una celebrazione viva della memoria, sostenuta con passione dall’Associazione “Umberto Bellissimo”, guidata dal maestro Gianni Conte e da un comitato di cui fanno parte Giuseppe Giorgio, Rosaria De Cicco, Adele Monaco, Antonella Morea e Carlo Piedepalumbo.
Sotto l’egida della Famiglia Mirra, storica custode del Diana, il teatro si è trasformato in un tempio della bellezza, omaggiando non solo la figura di Umberto Bellissimo – artista capace di coniugare eleganza, verità e leggerezza – ma anche chi, oggi, ne incarna lo spirito.
A ritirare le prestigiose opere realizzate dal maestro Salvatore Oliva sono stati:
Bruno Garofalo, regista e scenografo visionario, premiato con lo “Speciale Umberto Bellissimo”;
Adriano Falivene, talento poliedrico del teatro contemporaneo;
Patrizio Trampetti, voce poetica della musica napoletana, premiato per il “Teatro Musicale”;
Nunzia Schiano, amatissima attrice, insignita del riconoscimento come “Migliore Attrice Cinema e Teatro”.
A condurre la serata, il giornalista e critico teatrale Giuseppe Giorgio, affiancato dalla brillante Mirea Flavia Stellato, attrice e giornalista. Tra gli ospiti che hanno reso omaggio a Bellissimo:
Gianni Conte, voce della Nuova Orchestra Italiana;
Barbara Buonaiuto, con la sua intensità canora;
Pino De Maio, Rosaria De Cicco, Stefano Cortese, Romeo Barbaro, Matteo Mauriello, Gennaro Venditto e la studiosa Antonia Lezza.
In platea, volti noti come Giovanni Mauriello, Gianni Averardi e Antonio Sinagra, a testimonianza di un legame indissolubile con la grande tradizione artistica napoletana.
Umberto Bellissimo è stato un gigante della scena: dal teatro (con Eduardo, Luca e Luigi De Filippo) al cinema (“Mi manda Picone”, Moretti, Salemme), dalla TV (“La squadra”, “Orgoglio”) alla musica (“Bellissimo… canto a Viviani”). Indimenticabile la sua interpretazione di Sarchiapone ne “La Cantata dei Pastori” di Peppe Barra, dove commedia e sacralità si fondevano in un’alchimia unica.
Quello del Diana non è un semplice evento commemorativo, ma un atto di resistenza culturale. Ogni anno, questa serata accende una fiamma che illumina il presente, ricordando a tutti che il teatro, il cinema e la musica sono luoghi dell’anima. E che la bellezza autentica, come l’arte di Umberto Bellissimo, non muore mai.
Articolo pubblicato il giorno 9 Giugno 2025 - 15:26
E’ stato un evento molto bello e significativo, ma ho notato che forse mancavano alcune informazioni sul passato del premio. Anche i premiati sono stati interessanti, ma non so se tutti hanno ricevuto giusta attenzione.