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Defecano in Galleria Umberto e con gli escrementi scrivono ‘50% napoletane zo…’

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Etichettarlo come inqualificabile è sicuramente poco. Ma quanto accaduto nella Galleria Umberto di Napoli è davvero fuori da ogni pensiero civile.

Un cittadino ha inviato una fotografia al consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli che mostra una scritta, fatta con degli escrementi presumibilmente umani, che recita “50% napoletane zo…

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“Questo è il simbolo di una sconfitta, la dimostrazione che la gestione della Galleria Umberto non può essere portata avanti dall’Amministrazione pubblica. Sono anni che chiediamo almeno l’installazione delle telecamere di video sorveglianza all’interno della Galleria, che rappresenta uno dei monumenti architettonici di più alto pregio della città di Napoli.

Un luogo che dovrebbe ospitare i turisti, che dovrebbe rappresentare una cartolina della città, diventa simbolo di degrado e abbandono. Non ci sono davvero parole per descrivere l’autore di un gesto così schifoso”. Così Francesco Emilio Borrelli, Consigliere Regionale di Europa Verde.

“E’ arrivato il momento di una risposta forte e decisa – afferma Benedetta Sciannimanica, Consigliera del Sole che Ride della I Municipalità – la Galleria Umberto deve essere adottata e quindi gestita dai privati, senza escludere l’installazione di cancellate che blocchino l’ingresso in determinati orari. Non è più possibile stare fermi a guardare il degrado dilagare nella nostra Napoli, l’impoverimento culturale che ha portato tanti marchi storici ad abbandonare la Galleria, ormai preda delle multinazionali. I tanti locali ormai vuoti potrebbero ospitare un Comando della Polizia Municipale, un simbolo di legalità, un primo passo per restituire dignità a un pezzo di storia della nostra Napoli. Credo che con l’episodio accaduto oggi si sia toccato il fondo, mi auguro che chi ha compiuto questo scempio venga individuato dalle Forze dell’Ordine e che il Comune si costituisca parte civile, per tutelare tutta la città da queste persone inqualificabili”.


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