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I ‘No Dad’ della Campania: ‘No a provvedimenti irrazionali dei sindaci’

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“La chiusura delle scuole non può continuare a essere la sola misura di contenimento del Covid-19 in Campania. Non è possibile che l’unico diritto compresso sia, ancora una volta, quello all’istruzione”.

Lo scrive in una nota il Coordinamento Scuole aperte Campania, commentando il comunicato stampa diramato ieri dall’Unità di crisi della Regione Campania su possibili limitazioni della didattica in presenza che dovranno valutare prefetti e sindaci. “Se la situazione sanitaria si fosse davvero tanto aggravata, come l’Unità di Crisi afferma – prosegue la nota – allora sarebbe necessario che, assieme alle scuole, chiudessero anche gli uffici, gli esercizi commerciali, le chiese, i bar e i ristoranti. L’andamento dell’epidemia nella nostra regione, però, è tale da farla rimanere ancora in zona gialla. Auspichiamo pertanto che i sindaci incaricati di amministrare le nostre comunità operino con senso di responsabilità ed equilibrio, monitorando con attenzione la situazione nei vari territori, e senza assumere provvedimenti sproporzionati o irrazionali, contro i quali, ovviamente, agiremmo con tutti gli strumenti legali disponibili”.

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Il Coordinamento Scuole aperte Campania ricorda che “il comunicato stampa diramato dall’Unità di Crisi della Regione Campania non ha in alcun modo modificato le disposizioni normative vigenti in Italia e in Campania in tema di contrasto alla diffusione del Covid-19, né tantomeno ha conferito poteri ulteriori o speciali ai sindaci. Questi ultimi sono quindi tenuti ad operare nei limiti delle loro competenze, indicate dal Tuel, e nel rispetto di quanto ultimamente stabilito dal Tar Campania”.

Il Coordinamento richiama a tal proposito “quanto decretato dal Tar: premesso che il quadro di protezione per la gestione della pandemia è stato approntato dal governo centrale attraverso le misure contenute nei Dpcm, eventuali interventi ulteriori da parte dei residenti di Regione o dei sindaci sarebbero ammissibili solo ove si verificassero eventi: effettivamente contingibili, ossia imprevedibili, ma la situazione sanitaria attuale non ha più nulla di imprevedibile; di durata limitata, ma la pandemia è purtroppo destinata a durare ancora a lungo; non previsti e non regolati da altri atti, ma i Dpcm contengono già le disposizioni da applicare nella gestione della pandemia, in tutte le regioni italiane”.


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