Colpita da emorragia cerebrale al quinto mese di gravidanza, così i medici del Cardarelli hanno salvato una giovane mamma e la sua bambina.
«Non ho mai avuto paura per la mia vita, ma ho temuto per la mia bambina. Oggi posso dire che al Cardarelli ci hanno salvate entrambe, non li ringrazierò mai abbastanza». C’è ancora tanta emozione nelle parole di Francesca, che a soli 24 anni, e al quinto mese di gravidanza, si è ritrovata catapultata in un incubo.
«Francesca è stata ricoverata prima di Natale con sintomi preoccupanti», spiega il direttore dell’Unità Operativa Complessa di Neurologia e Stroke Unit, Valentino Manzo.
«Aveva un'afasia e un iniziale disturbo motorio al braccio e alla mano destra, nonostante la giovane età abbiamo pensato subito ad uno stroke ischemico». Diagnosi da confermare, stando però attenti ad evitare l’impiego di macchinari che potessero nuocere al bambino portato in grembo dalla giovanissima paziente. Di qui la scelta del team plurispecialistico di procedere in emergenza con una risonanza magnetica.
«A quel punto le immagini ci hanno confermato un quadro allarmante», ricorda il primario dell’Unità Operativa Complessa di Neuroradiologia Mario Muto.Potrebbe interessarti
Napoli, “Arrestatemi, o la ucciderò”: si autodenuncia e salva ex moglie dall’ennesimo femminicidio annunciato
Camorra i pentiti raccontano Il carcere invisibile: telefoni, ordini e il potere dietro le sbarre
Emanuele ucciso a 14 anni: 12 anni dopo, il processo si ribalta. Il Pg chiede assoluzione per legittima difesa
De Laurentiis, furia sul Maradona: "È un semicesso". Attacco frontale alla politica
«È stato necessario pianificare l’intervento nel minimo dettaglio - conclude Muto - per utilizzare un quantitativo minimo sia di radiazioni che di sostanze potenzialmente tossiche per il nascituro. Fortunatamente tutto è andato per il meglio». Pochi giorni e Francesca è potuta tornare a casa dal marito e dal primo figlio, il piccolo Emanuele. La gravidanza prosegue senza complicazioni ed entro pochi mesi la famiglia si allargherà con l’arrivo di Gioia Maria. «Abbiamo scelto questo nome - conclude mamma Francesca - anche come gesto di devozione. Ci si lamenta spesso di una sanità che non funziona, ma la mia storia dimostra come anche in un momento così drammatico si possa avere fiducia nei medici e negli infermieri dei nostri ospedali».
A ringraziare il lavoro instancabile di tutto il personale del Cardarelli è anche la direzione strategica dell’Azienda Ospedaliera, per voce del direttore generale Giuseppe Longo e del direttore sanitario Giuseppe Russo: «Andiamo avanti - sottolineano - con la convinzione di sempre, e con la fiducia nei vaccini che stiamo somministrando a ritmo serrato».






