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Squilibrio intestinale: tre cattive abitudini alimentari da evitare

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Se siamo soggetti ad alterazioni intestinali, una causa potrebbe essere la nostra routine alimentare: non si tratta solo del tipo di alimentazione, ma anche di alcuni comportamenti alimentari sbagliati. Fermenti lattici probiotici e correzione delle abitudini sbagliate potrebbero contribuire a migliorare la situazione.

Disbiosi intestinale: di cosa si tratta?

Nell’intestino vivono miliardi di microrganismi in costante equilibrio tra loro, con l’importante funzione di creare una barriera contro patogeni esterni, contrastando così l’insorgenza di vari disturbi. Questa moltitudine di microrganismi è detta microbiota o microflora normale. La microflora intestinale varia da persona a persona: è possibile affermare che ciascuno di noi ha una propria “impronta digitale batterica” o “fingerprint batterico”. La salute intestinale dipende dall’equilibrio fisiologico della microflora, a sua volta fondamentale per il benessere di tutto l’organismo.

Possiamo individuare:

  • Batteri ad azione benefica;
  • Microrganismi potenzialmente dannosi.

Finché c’è equilibrio, l’intestino è in salute e così anche l’intero organismo. Tuttavia, questo equilibrio può alterarsi, per varie ragioni. La rottura dell’equilibrio tra microrganismi benefici e patogeni è nota come disbiosi intestinale. Questa situazione provoca una serie di sintomi relativi soprattutto al tratto gastrointestinale:

Ecco alcune tra le principali cause della disbiosi:

  • Intolleranze alimentari;
  • Infezioni intestinali;
  • Parassitosi;
  • Fumo;
  • Stipsi;
  • Alcool;
  • Stress;
  • Sedentarietà;
  • Dieta scorretta.

Problemi intestinali? Tre cattive abitudini alimentari da correggere

Spesso non ci facciamo caso, ma ciò che mangiamo e come ci comportiamo a tavola, possono influire sensibilmente sulla nostra salute intestinale. Ecco tre abitudini sbagliate:

  • Saltare i pasti. Lunghi periodi di digiuno possono causare un eccessivo accumulo di aria nella pancia, con possibile meteorismo e gonfiore addominale. Inoltre, non mangiare per molto tempo ci renderà affamati e golosi, con il rischio di eccedere nel pasto successivo, con uno sbilanciamento di calorie e nutrienti. Anche le funzioni digestive potrebbero essere rallentate. Consumiamo piccoli pasti frequenti, possibilmente tre pasti principali e due spuntini a base di frutta fresca o una manciata di frutta secca.
  • Mangiare con trascuratezza. Durante le ore lavorative non è sempre possibile sedersi a tavola per mangiare con calma. Tuttavia, molti di noi consumano un panino al volo, aprono una scatoletta o sgranocchiano snack e dolciumi davanti alla TV anche quando avrebbero tempo di predisporre i propri pasti. Dedichiamo tempo di qualità al nostro nutrimento: mangiamo con calma, mastichiamo bene il cibo, rinunciamo al cibo spazzatura e cuciniamo qualche piatto semplice. Il nostro intestino ringrazierà.

 

  • Non bere acqua. Idratarsi è fondamentale: siamo composti per la maggior parte di acqua! Se abbiamo diarrea, bere contribuirà a reintegrare i liquidi persi. Viceversa, in caso di stipsi, l’acqua favorirà l’espulsione di feci morbide. Rinunciamo, invece, alle bibite gassate, ricche di zuccheri o dolcificanti che possono fermentare a livello intestinale.

Fermenti lattici: i nostri alleati in caso di disturbi intestinali

 

Per contribuire a promuovere un buon equilibrio intestinale, è opportuno assumere fermenti lattici. Si tratta di batteri vivi e vitali, ad azione benefica, in grado di ripristinare la flora batterica intestinale, spesso alterata.

La loro azione regolatrice e probiotica favorirà l’equilibrio intestinale e contribuirà a rafforzare le pareti intestinali contro l’eventuale azione dannosa di virus e batteri. In particolare, i fermenti lattici sono una sottocategoria dei probiotici, e sono in grado di metabolizzare il lattosio e produrre acido lattico. Vediamo i meccanismi d’azione dei probiotici:

  • Inibiscono i microrganismi patogeni, contrastandone l’azione dannosa;
  • Migliorano la barriera intestinale: producono la mucina, che riveste la parete intestinale, e producono sostanze che permettono alle cellule intestinali di funzionare al meglio;
  • Stimolano il sistema immunitario;
  • Esercitano un’azione antinfiammatoriasulle pareti intestinali.

Per essere definito “probiotico”, un microrganismo deve rispettare alcuni requisiti:

  • Non deve essere patogeno;
  • Deve essere di origine umana;
  • Deve resistere agli antibiotici;
  • Deve resistere all’acidità dello stomaco e all’azione della bile (un liquido prodotto dal fegato);
  • Deve aderire alla mucosa intestinale, riproducendosi;
  • Deve contrastare l’azione dei microrganismi patogeni, producendo naturali sostanze antimicrobiche;
  • Deve avere una concentrazione di almeno un miliardo di cellule vive per ceppo.

Abbiamo visto che ciascuno di noi ha una propria “impronta digitale batterica” o “fingerprint batterico”. Proprio per questa ragione, è consigliabile assumere prodotti che contengono probiotici in grandi quantità e di specie diverse. Infatti, probiotici di diverse specie agiscono in sinergia per meglio ripopolare l’intestino, integrare i microorganismi mancanti e a contrastare l’azione dei patogeni.


Articolo pubblicato il giorno 25 Novembre 2020 - 09:48

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