Incendio doloso nel casertano, arrestato allevatore titolare di consistente allevamento ovi-caprino di circa 600 capi

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Nella mattinata odierna, il Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale di Caserta, N.I.P.A.A.F., collaborato nella circostanza da militari della Stazione Carabinieri Forestale di Vairano Patenora, ha dato esecuzione alla misura cautelare degli arresti domiciliari emessa, su richiesta di questa Procura della Repubblica, dal GIP del Tribunale di S. Maria C.V. nei confronti di M.C., originario di San Felice a Cancello (CE) titolare di consistente allevamento ovi-caprino di circa 600 capi.

Lo stesso è stato ritenuto responsabile per aver cagionato in data 13 settembre u.s., in concorso con persona allo stato non identificata, un incendio boschivo di circa 20.000 mq alla località “Castello di Arienzo” del medesimo comune, areale facente parte del complesso collinare denominato “Monte Vorrano”, ricoperto da soprassuolo di formazioni erbacee e cespugliate spontanee, nonché da essenze arbustive di macchia mediterranea ed arboree di specie quercine ed alberature residue di conifere.

A tale scopo, l‘indagato ha utilizzato un ordigno incendiario ad accensione diretta, con conseguente danno grave su un‘area protetta, sottoposta a vincolo idrogeologico, paesaggistico e tutelata paesaggisticamente in quanto ricadente in area di Riserva controllata del Parco Regionale del Partenio, in Zona “C”.

L‘indagine trae spunto investigativo da un‘attività di studio del fenomeno svolta dai Carabinieri Forestali del NIPAAF di Caserta nel corso degli ultimi anni, che permetteva di rilevare che gli incendi boschivi hanno, nel tempo, interessato quasi sempre le medesime località ed i punti di insorgenza degli stessi sono risultati quasi sempre pressoché coincidenti. Di qui l’attivazione di una specifica attività investigativa attraverso mirati servizi di osservazione dell‘areale.



    L‘incendio boschivo divampato in data 13 settembre c.a. portava i militari ad identificare l‘indagato il quale, aveva appiccato il fuoco, con conseguente iniziale e devastante evoluzione dell‘incendio che si estendeva per circa 2 ettari e cessava, poi, autonomamente, per avere ben presto raggiunto, a causa del forte vento che spirava in quella giornata, aree già percorse dal fuoco.

    Il delitto si consumava, significativamente, alle ore 13.00 circa, di una domenica di metà settembre e dunque in un orario in cui ben difficilmente in quella zona collinare disabitata vi potessero essere persone e tale circostanza, unita con le condizioni climatiche, ossia alte temperature e forte vento di nord est, portava, indubitabilmente, a ritenere che il M. C., che ivi si era portato, voleva cagionare, non visto ed indisturbato, un incendio boschivo.

    In relazione alle possibili cause di quanto accaduto è emerso un inequivoco interesse storico dell’indagato sul Monte Vorrano, essendo dedito da decenni alla pastorizia nel limitrofo territorio comunale di Santa Maria a Vico e nel territorio del Monte Vorrano, fra Arienzo e San Felice a Cancello, nel cui comprensorio collinare è sita la località Castello di Arienzo.

    Sono pertanto emerse esigenze di cautela che non possono prescindere dal rapporto funzionale fra il reato e l‘attività di pastore dell‘indagato e dei suoi congiunti, che è tale da far ritenere che i fatti di causa, ossia l‘incendio boschivo, siano espressione di un interesse persistente nel tempo.

    L‘attività d‘indagine, svolta dal Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale dei Carabinieri Forestale di Caserta, Reparto di specialità dell‘Arma dei Carabinieri, collaborati in fase tecnica anche da aliquota di PG in forza a questo Ufficio inquirente, dimostra come il contrasto ai reati ambientali rappresenti una priorità per questa Procura della Repubblica con particolare riguardo anche alla tematica degli incendi boschivi che rappresentano una criticità concreta del comprensorio montano e collinare della Provincia di Caserta, ancor di più allorquando detti reati si consumano nelle aree protette, come nel caso concreto, laddove veniva interessata, specificatamente, la Riserva controllata del Parco Regionale del Partenio.


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