Trattativa Pd-M5s appesa a un filo: Di Maio insiste per Conte premier

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E’ l’aut aut lanciato da Luigi Di Maio a Nicola Zingaretti. Preceduto dalle parole del cofondatore del Movimento 5 stelle, Beppe Grillo, che intima: Conte e’ “l’elevato”, non si puo’ liquidare via cosi’ come una qualsiasi “figurina dal mazzo”. In serata, come anticipavano all’Agi diverse fonti parlamentari nel pomeriggio sull’imminenza di un incontro entro il week end lontano dai riflettori (raccontano che il segretario dem abbia mantenuto il piu’ stretto riserbo sull’appuntamento), i due leader si vedono per un faccia a faccia di un’ora, nel quale il capo politico del Movimento 5 stelle mette sul tavolo il nome di Conte per la premiership. Una conditio sine qua non che spiazza il Pd, fermo sin dall’inizio alla precondizione della netta discontinuita’ rispetto all’esecutivo gialloverde. Insomma, i dem non ci stanno a prestarsi a fare i semplici sostituti della Lega, viene spiegato da diverse fonti in tono categorico. Ma l’aut aut di Di Maio non blocca la trattativa, tanto che i due leader si rivedranno “nelle prossime ore”, fanno sapere fonti Pd. Ma i 5 stelle tengono il punto: “Reggiamo l’accordo con il Pd solo con Conte presidente del Consiglio”, scandiscono autorevoli fonti parlamentari pentastellate che tengono a ricordare il lavoro fatto da Conte in questi mesi, considerato una risorsa importante della quale non si puo’ fare a meno. Insomma, se la strada della trattativa sull’agenda del programma di un possibile governo giallorosso sembrava meno impervia, dopo l’incontro tra le due delegazioni M5s e Pd, al termine del quale la parola d’ordine e’ stata “nessun ostacolo insormontabile”, adesso la mossa di Di Maio complica e non di poco la situazione. Certo, fonti dem descrivono il primo faccia a faccia tra Di Maio e Zingaretti come “molto cordiale”, ma poi aggiungono: il segretario dem ha “ribadito la necessita’ di un governo di svolta, non per una questione personale, ma per rimarcare una necessaria discontinuita'”. La trattativa subisce, quindi, una frenata. Ma non una rottura, si rimarca da ambo le parti. Ed e’ davvero prematuro, viene sottolineato, mettere sul tavolo altre e diverse ipotesi, come quella di una controproposta per un ruolo di rilievo a Conte nella squadra di governo o di un premier terzo da indicare in casa M5s. Non se ne e’ parlato, si e’ fermi al nome di Conte fatto da Di Maio, si precisa. Cosi’ come non e’ stata assolutamente affrontata la questione del commissario Ue e, soprattutto, precisano ancora sia dal Pd che da M5s, non vi e’ stata alcuna proposta relativa all’ex premier Paolo Gentiloni.


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