Cronaca

Truffa carburanti, sequestrate beni e soldi per 11 milioni di euro tra Napoli e Ascoli Piceno

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Beni immobili e disponibilità finanziarie per oltre 11 milioni di euro, cifra pari all’evasione fiscale contestata a quattro persone denunciate per omessa dichiarazione fiscale, emissione di fatture per operazioni inesistenti, occultamento di scritture contabili e truffa ai danni dello Stato nell’ambito della compravendita di carburanti. E’ quanto la Guardia di Finanza di Ravenna ha sequestrato in via preventiva in esecuzione a un decreto emesso dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta del Pm Roberta Simeone. Il provvedimento cautelare è stato adottato alla luce delle verifiche della Tenenza di Cervia: per gli inquirenti, i quattro indagati avevano architettato un sofisticato sistema per acquistare prodotto petrolifero senza pagare l’Iva e per rivenderlo sottocosto ottenendo così illeciti guadagni. L’operazione rappresenta lo sviluppo di una precedente attività d’indagine che nel 2018 aveva consentito di individuare due società cartiere, inizialmente collocate a Cervia e poi trasferite in provincia di Forlì, coinvolte in un vasto giro di false fatturazioni. In quel caso le Fiamme Gialle cervesi avevano sequestrato beni per oltre 13 milioni di euro, individuando un’ulteriore società coinvolta nell’illecita commercializzazione di prodotti petroliferi, questa volta con sede a Napoli, sulla quale si è quindi concentrata l’attenzione investigativa. In sintesi, la società napoletana, attraverso dichiarazioni di intento ritenute mendaci che attestavano la sua natura di esportatore abituale, acquistava considerevoli volumi di carburante in regime di esenzione Iva, beneficio concesso dalla normativa fiscale per coloro che acquistano beni per esportarli all’estero. Il prodotto tuttavia non veniva mai esportato, ma era rivenduto in Italia a distributori stradali di benzina, circostanza che consentiva alla società di incassare da questi ultimi l’Iva che sistematicamente non veniva versata all’Erario. In questo modo la compagine partenopea, tratteggiata quale evasore totale, è riuscita a realizzare nel giro di un biennio un’evasione fiscale di circa 6 milioni di euro, emettendo fatture fasulle per oltre 8 milioni di euro. Di qui il provvedimento emesso da Napoli. In totale sono 22 immobili sequestrati, sparsi tra le province di Napoli, Macerata e Ascoli Piceno.


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