Cisterna, Antonietta ancora in pericolo di vita. Una vicina: ‘Adorava le sue bambine’

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E’ tenuta in sedazione profonda Antonietta Gargiulo la moglie di Luigi Capasso, l’appuntato dei carabinieri che dopo averle sparato ha ucciso le loro due figlie e si e’ suicidato in un’abitazione di Cisterna di Latina. La 39enne e’ ricoverata all’ospedale San Camillo di Roma in prognosi riservata. Per i medici e’ ancora in pericolo di vita. Le sue condizioni al momento sono gravi ma stabili. Secondo quanto si e’ appreso, e’ stata raggiunta da tre colpi: alla mandibola, all’addome e alla scapola.”Ho sentito i colpi alle cinque, tre o quattro, le figlie stavano dentro, mentre giù al garage sono stati due”. E’ il racconto della vicina di casa. “Lui è andato giù al garage, ha aspettato la moglie e le ha sparato – ha raccontato la vicina – Quindi ha preso la borsa, perché aveva cambiato la serratura la signora, è andato su e si sono sentiti tre o quattro spari. Poi sono andati su i carabinieri e gli dicevano ‘facci sentire le bambine'”, ha aggiunto la donna, spiegando che al momento degli spari lei e la figlia stavano dormendo: “Ci siamo affacciate, poi i carabinieri ci hanno fatto rientrare”.

“Adora le sue bambine e da quando stava da sola si occupava lei di tutto”. Cosi’ una vicina di Antonietta Gargiulo, ferita gravemente dal marito che poi ha ucciso le figlie e si e’ ammazzato. “L’ultima volta che ho visto Antonietta Gargiulo e’ stata ieri sera: e’ venuta nel mio negozio per pagare una bolletta e poi ha comprato un ovetto di cioccolato per la sua bimba piu’ piccola”, aggiunge il titolare di una tabaccheria che si trova a poche decine di metri dove all’alba e’ avvenuta la strage di Latina. “Da alcuni mesi non vedevo piu’ il marito – prosegue – sapevo che si erano separati. Sembrava una famiglia normale, come tante e invece”.

“Bastardo”, “fai schifo”, “buttatelo in una discarica”: sono alcuni degli innumerevoli commenti che in questi minuti affollano il profilo Facebook di Luigi Capasso, il carabiniere che questa mattina all’alba, dopo aver sparato alla moglie – ricoverata in gravi condizioni al San Camillo di Roma – ed essersi barricato in casa con le due figlie di 7 e 13 anni, si e’ suicidato, ammazzando prima le bimbe. Sempre sul suo profilo, prima della tragedia, in tanti avevano lanciato appelli per convincerlo a liberare le bambine “che non hanno colpa” e per far tornare in se’ l’uomo, un carabiniere 43enne originario di Napoli, ma che viveva a Velletri e che da poco si era separato dalla moglie. Forse la separazione e’ stata la causa scatenante del suo gesto. Su Facebook Capasso postava frasi che esprimevano cio’ che stava passando: a volte sono parole di incoraggiamento, a volte di tristezza, parole comuni che tanti piu’ o meno scrivono e che ora hanno un sapore amaro per il tragico epilogo della vicenda. “A volte ti prende la voglia di diventare cattivo, ma purtroppo lo dici ma poi non lo fai, per il semplice motivo che cattivi ci si nasce. Le persone hanno proprio un’anima diversa, un modo di pensare diverso”, e’ la frase postata il 7 gennaio scorso e il 10 febbraio: “Non dire mai ‘a me non accadra”, ‘io non lo farei mai’ perche’ la vita sa essere imprevedibile e nessuno e’ immune da certe cose”. Ma ci sono anche frasi di un altro tenore: “Ricordati di fare quattro cose oggi: sorridi…non arrabbiarti, non pensare troppo e sii positivo”. La maggior parte delle sue foto erano di pietanze e ristoranti, vacanze e tavolate con amici. L’ultimo post e’ dell’11 febbraio, dove l’uomo esalta un pranzo ad Anzio e correda il tutto con sorrisi e brindisi. Un profilo come tanti, virtuale e quindi “normale” solo all’apparenza.


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