Camorra, assolto il boss Luigi Moccia

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Inaspettata assoluzione per il boss detto il papa nel  d'appello con una che ha ribaltato la condanna a 20 anni di carcere in primo grado.

Invece  sono stati confermati i 4 anni di carcere per Filippo Iazzetta, cognato dello stesso Moccia (esclusa l'aggravante del riciclaggio ma riconosciuto il vincolo di continuazione con i fatti contestati in altra sentenza) e quattro anni in continuazione anche a Francesco Favella.

Invece inflitti 10 anni ad Antonio Franzese. Dichiarato inammissibile il ricorso della DDA per Teresa Moccia, Pasquale Puzio e Domenico Aliberti, per cui dunque è stata confermata l'assoluzione.

Luigi Moccia, è ritenuto dagli investigatori il presunto capo di una dinastia familiare di camorra che negli ultimi trenta anni partendo da Afragola ha gestito gli affari illeciti non solo in Campania ma con ramificazioni anche a Roma dove controlla gran parte del traffico di droga riciclando i proventi in negozi di lusso e attività alberghiere.

Luigi Moccia, difeso dagli avvocati penalisti Gennaro Lepre e Saverio Senese, è stato scagionato dalle accuse di aver gestito gli interessi della famiglia a partire dal 2016, dopo essere tornato in libertà, mentre in primo grado era stato condannato a 20 anni.

Anche l' Domenico Liberti, difeso dagli avvocati penalisti Edoardo Cardillo, Domenico Ciruzzi e Giuseppe Cervone, è stato dopo aver dimostrato la propria estraneità alle accuse, così come Pasquale Puzio, difeso dall'avvocato Annalisa Senese, che era stato accusato di essere un promotore dell'organizzazione criminale in fase di indagine.



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