Gimbe: “Mascherine fondamentali”. Napoli la città con più aumenti di casi in una settimana

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Una “crescita esponenziale dei contagi, che non contabilizza il sommerso dei casi non dichiarati”.

“Quarte dosi al palo e con grande differenze regionali nelle coperture” e “un’alta percentuale di popolazione sintomatica o isolata, che rischia di determinare un ‘lockdown di fatto’ su vari servizi, inclusi quelli turistici”.

A descrivere gli effetti dell’ondata estiva di Covid, e’ Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, che mette in guardia: “in questa fase, oltre ad accelerare la somministrazione della 4/a dose nei pazienti vulnerabili, e’ indispensabile contenere la circolazione virale utilizzando le mascherine”.

    Nella settimana dal 29 giugno al 5 luglio i nuovi casi di Covid-19 sono stati 595.349, con un aumento del 55% rispetto alla settimana precedente. I contagi settimanali crescono in tutte le regioni e sono 38 le province italiane che contano piu’ di 1.000 casi per 100.000 abitanti. La crescita va di pari passo a un aumento del 33% del numero dei tamponi totali: da 1,6 milioni a 2,1 milioni.

    Lo rileva il nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe. “L’aumento dei nuovi casi settimanali – dichiara il presidente Gimbe Nino Cartabellotta – per la terza settimana consecutiva supera il 50%, con un tempo di raddoppio di 10 giorni”.

    “L’aumento dei nuovi casi settimanali (+55% rispetto alla settimana precedente) – spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – per la terza settimana consecutiva supera il 50%, con un tempo di raddoppio dei casi di circa 10 giorni. Nella settimana 29 giugno-5 luglio i nuovi casi si attestano oltre quota 595 mila, con una media mobile a 7 giorni che supera gli 85 mila casi al giorno” (figura 4).

    Nella settimana 29 giugno-5 luglio tutte le Regioni registrano un incremento percentuale dei nuovi casi: dal 24,7% della Sardegna al 95,9% della Lombardia . Rispetto alla settimana precedente, in tutte le province si rileva un aumento percentuale dei nuovi casi (dal +11,1% di Cagliari al +120,7% di Sondrio).

    L’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti in 103 Province, di cui 38 registrano 1.000 casi per 100.000 abitanti: Napoli (1.433), Lecce (1.395), Cagliari (1.270), Brindisi (1.262), Salerno (1.235), Padova (1.234), Siracusa (1.230), Latina (1.224), Caserta (1.222), Rimini (1.209), Roma (1.207), Chieti (1.164), Perugia (1.163), Forlì-Cesena (1.160), Catania (1.148), Ravenna (1.146), Sud Sardegna (1.143), Bari (1.134), Teramo (1.130), Pescara (1.122), Venezia (1.121), Treviso (1.105), Messina (1.093), Vicenza (1.081), Oristano (1.078), Ragusa (1.076), Ascoli Piceno (1.068), Rovigo (1.068), Palermo (1.068), Barletta-Andria-Trani (1.056), Taranto (1.055), Belluno (1.052), Agrigento (1.048), L’Aquila (1.047), Frosinone (1.035), Pavia (1.032), Ancona (1.008) e Matera (1.008).

    La Fondazione Gimbe ricorda che secondo l’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità, nel periodo 24 agosto 2021-28 giugno 2022 “sono state registrate in Italia oltre 587 mila reinfezioni, pari al 4% del totale dei casi. La loro incidenza nella settimana 22-28 giugno si è attestata al 9,5% (n. 30.941 reinfezioni), in aumento rispetto alla settimana precedente (8,4%)”.

    Testing. “Si registra un aumento del numero dei tamponi totali (+33,3%): da 1.613.954 della settimana 22-28 giugno a 2.152.065 della settimana 29 giugno 2022-5 luglio. In particolare l’aumento è stato del 38,5% per i tamponi rapidi (+503.389) e dell’11,3% per quelli molecolari (+34.722) (figura 5). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività sale dal 14,1% al 17,1% per i tamponi molecolari e dal 26,2% al 29,8% per gli antigenici rapidi”.

    “Sul fronte degli ospedali – spiega Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe – continuano ad aumentare i ricoveri sia in area medica (+32,6%) che in terapia intensiva (+36,3%)”.

    In particolare, in area critica dal minimo di 183 del 12 giugno i posti letto occupati sono saliti a 323 il 5 luglio; in area medica, invece, dal minimo di 4.076 dell’11 giugno, sfiorano il raddoppio salendo a quota 8.003 il 5 luglio.

    Al 5 luglio il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è del 12,5% in area medica (dal 6,6% del Piemonte al 32,2% dell’Umbria) e del 3,5% in area critica (dallo 0% della Valle D’Aosta all’8,1% dell’Umbria).

    “Segnano un netto aumento anche gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Mosti – con una media mobile a 7 giorni di 40 ingressi/die rispetto ai 29 della settimana precedente”.

    Nel dibattito pubblico e professionale il quadro ospedaliero viene spesso minimizzato, sia per l’attuale limitato impatto dell’ondata sulle terapie intensive, sia per la capziosa distinzione tra pazienti ricoverati in area medica con COVID e per COVID.

    “Anche se siamo ancora molto lontani – spiega Cartabellotta – da situazioni di grave sovraccarico ospedaliero, esistono reali motivi di preoccupazione. Innanzitutto, l’occupazione dei posti letto è destinata ad aumentare nelle prossime settimane, in un periodo in cui tra ferie estive e assenze per isolamento il personale sanitario è numericamente ridotto, con conseguente peggioramento della qualità dell’assistenza e aumento dello stress su chi è in servizio.

    In secondo luogo, la maggior parte dei ricoveri in area medica riguarda pazienti anziani con patologie multiple, nelle quali il COVID peggiora un equilibrio di salute già instabile. Infine, il progressivo sovraccarico ospedaliero porta a rimandare prestazioni chirurgiche e visite specialistiche non urgenti, alimentando quelle liste di attesa che le Regioni – nonostante quasi un miliardo di euro stanziato dal Governo – non sono ancora riuscite a recuperare con buona pace dei pazienti bloccati in un limbo di cui si fatica a intravedere la fine”.

    Continuano a crescere i decessi: 464 negli ultimi 7 giorni (di cui 27 riferiti a periodi precedenti), con una media di 66 al giorno rispetto ai 56 della settimana precedente. Vaccini: somministrazioni. Al 6 luglio (aggiornamento ore 06.21) l’88,1% della platea (n. 50.805.626) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+2.964 rispetto alla settimana precedente) e l’86,6% (n. 49.932.092) ha completato il ciclo vaccinale (+3.735 rispetto alla settimana precedente).



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