Nessun reato penale per i genitori del piccolo Nicola

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Palazzuolo sul Senio. I genitori di Nicola Tanturli, il bimbo ritrovato dopo nei boschi dopo oltre 36 ore, chiariscono le contraddizioni: per gli inquirenti non ci sono rilievi penali, si valuterà il contesto familiare.

Sembra avviarsi verso un’archiviazione il fascicolo penale aperto dalla Procura di Firenze sul caso del bimbo scomparso e ritrovato a Palazzuolo sul Senio, nell’Alto Mugello. In base agli elementi finora raccolti, non ci sarebbero i presupposti per muovere contestazioni penali e in particolare il reato di abbandono di minore nei confronti del padre Leonardo Tanturli, e della madre, Giuseppina Paladino.

Gli accertamenti ordinati dalla Procura di Firenze sono stati delegati ai carabinieri della compagnia di Borgo San Lorenzo, competente territorialmente per la zona del Mugello, e sono tuttora in corso. Il sostituto procuratore Giulio Monferrini ha chiesto una serie di informative agli investigatori e tutti gli atti ancora non sono stati trasmessi in Procura. Tuttavia, in base agli accertamenti fin qui svolti, non sono state ravvisate responsabilità penali a carico della coppia.

Molti elementi apparsi incongruenti, nel corso delle ricerche e al momento del ritrovamento, si vanno diradando, chiariti dai genitori sentiti dai carabinieri. In particolare, la madre ha raccontato di aver messo a letto il piccolo con i sandali allacciati e la maglietta così come è stato ritrovato dai soccorritori. Chiarita anche la versione rispetto ai tempi della scomparsa.

La mamma ha raccontato di essere uscita di casa alle 19.30 per andare nella stalla, il padre è rientrato alle 21.30 dall’orto e ha messo l’altro figlio nel lettino. “Non ho fatto caso se Nicola fosse nel nostro letto”, ha detto il papà. Intorno alle 22 la coppia di agricoltori ha iniziato a mungere le capre, operazione durata fino mezzanotte, quando sono rientrati in casa e hanno visto che Nicola non c’era. Verso quell’ora è iniziata la ricerca del piccolo sparito, ma l’allarme è stato dato solo intorno alle 8,30 del mattino successivo quando sono stati chiamati i vigili del fuoco. “Abbiamo sbagliato a non chiamare subito i soccorsi”, ha ammesso il padre.

Gli investigatori stanno ricostruendo la dinamica dei fatti anche all’interno del contesto in cui si sono verificati, che è quello di una famiglia che per scelta vive isolata a 800 metri di altezza in un casolare circondato dai boschi dell’appenino tosco-emiliano. Anche il percorso accidentato che Nicola a soli 21 mesi ha fatto a piedi per circa 4 km, tra mulattiere, strade sterrate e boschi, sarà ricostruito.

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    Chiariti gli aspetti tecnici e eventuali profili di responsabilità penale per i quali la coppia di Palazzuolo sul Senio non ha mai ricevuto contestazioni, restano da verificare aspetti puramente sociali e familiari. Si attendono, infatti, verifiche da parte degli assistenti sociali della Asl e della Procura presso il Tribunale dei minori. Gli assistenti sociali saranno chiamati ad accertare, ad esempio, se il minore vive in un contesto familiare privo di disagio e se i genitori sono adeguati a svolgere la loro funzione educativa.

    In questo senso una relazione socio-familiare sarà inviata per competenza dagli assistenti sociali alla Procura presso il Tribunale dei Minori. Proprio nell’ambito del contesto familiare, sarà rilevante approfondire l’altro episodio di allontanamento, raccontato da un vicino, che riguarda il fratellino di Nicola che oggi ha quattro anni. Il bambino, nel 2020, avrebbe percorso un paio di chilometri fino a raggiungere l’eco-villaggio di Campanara dove fu poi ritrovato da alcuni abitanti che allertarono i genitori. (ros. fed.)



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