Coronavirus, Capri chiude ai lavoratori ‘non residenti’

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Capri “chiude” ai lavoratori non domiciliati in uno dei due comuni dell’isola. E’ quanto previsto da due ordinanze gemelle adottate dai sindaci di Capri e Anacapri, Marino Lembo e Alessandro Scoppa, che hanno come oggetto “la piena attuazione delle misure governative di contrasto alla diffusione del  coronavirus sul territorio comunale”. Le ordinanze prevedono la sospensione ad horas e fino al 3 aprile di tutte le attività operanti sull’isola nelle quali si accerterà la presenza di un lavoratore non domiciliato nel comune di Anacapri o di Capri. La decisione arriva a pochi giorni da una precedente analoga ordinanza che aveva però disposto il divieto di impiego di operai non capresi solo ai cantieri edili. Oggi il divieto viene allargato a tutte le attività commerciali per le quali il Dpcm dell’11 marzo prevede il proseguimento dell’attività.

Lo stop allo sbarco sull’isola di lavoratori dalla terraferma viene ritenuto necessario “rilevato che, nel caso specifico dell’isola di Capri, lo svolgimento delle attività elencate comporta spostamenti di lavoratori di diversa provenienza e quindi non consente la piena attuazione delle fondamentali misure di prevenzione indicate dal Governo” e considerato che “il contesto particolare dell’isola di Capri richiede misure di massima prevenzione della diffusione del virus, per le oggettive e specifiche maggiori difficoltà del territorio”. Tra queste viene citata “la presenza sull’isola di un presidio ospedaliero di piccole dimensioni, con una ridotta misura dei posti in isolamento”, che “potrebbe non garantire una idonea gestione e assistenza in caso di diffusione dell’epidemia”.


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