#VERITA' PER ANGELO VASSALLO
#VERITA' PER ANGELO VASSALLO
ULTIMO AGGIORNAMENTO : 10 Maggio 2025 - 18:30
22.1 C
Napoli
L’intervista choc in tv del detenuto napoletano fuggitivo: “Il lavoro...
Truffe agli anziani in tutta Italia, ai domiciliari la presunta...
Canti ammaliatori e racconti irresistibili della cantautrice Simioli al Museo...
Incendio sul Monte Pecoraro, disagi all’aeroporto di Palermo: voli dirottati
Sorrento, focus sul progetto europeo Treeads: droni e tecnologia per...
Conte: “Partite devono essere in contemporanea, spero di giocare alla...
Leone XIV ai cardinali: “La Chiesa risponda alla rivoluzione IA...
Pompei, furto in un negozio: la Polizia arresta un 40enne
Napoli-Chicago, doppio volo giornaliero per l’estate con American Airlines
Napoli, Conte: “Il mio futuro? Ai tifosi interessa lo scudetto....
Costiera Amalfitana a rischio caos: drastica riduzione dei collegamenti marittimi...
Torna a Napoli la “nave più bella del mondo”: al...
Napoli, rapina violenta in via Sant’Antonio Abate: titolare aggredito, albanese...
Ariano Irpino, blitz nel carcere: sequestrati cinque cellulari e un...
Napoli, blitz nella movida di Chiaia: parcheggiatori abusivi allontanati
Secondigliano, la polizia fa irruzione: arrestato un uomo per violenza...
Serie B, definite date e orari delle sfide di playoff...
Napoli Capitale europea dello sport 2026, in piazza del Plebiscito...
Milano, il detenuto napoletano ricercato era in carcere per femminicidio
Shaquille O’Neal verso Napoli Basket, il gigante NBA pronto a...
Rione Traiano; rapina un bar: inseguito e arrestato
Al Teatro Sannazaro Lino Musella debutta con L’ammore nun’è ammore
Milano, accoltellato alla Stazione Centrale: ricercato detenuto napoletano evaso da...
Santa Maria Capua Vetere: processo per danneggiamento aggravato contro estetista...
Pozzuoli, blitz dei Carabinieri Forestali: fermati tre cercatori abusivi nella...
Napoli, Emanuele Tufano: “Volevo sparare a qualcuno e guardarlo negli...
Napoli, 21enne di Marano ferito a colpi di pistola al...
Napoli, arrestato il latitante Giuseppe Perrella: era nascosto in un...
Oroscopo di oggi 10 maggio 2025 segno per segno
Napoli, clima da scudetto ma Conte blinda la squadra: vietato...
×

Napoli, Emanuele Tufano: “Volevo sparare a qualcuno e guardarlo negli occhi mentre muore”

facebook

SULLO STESSO ARGOMENTO

Ascolta questo articolo ora...
Caricamento in corso...

Napoli – Sedici anni appena, ma già immerso in dinamiche criminali spietate, frequentazioni pericolose e una macabra fascinazione per la morte.

Un retroscena agghiacciante emerge dalle chat del gruppo di baby camorristi del rione Sanità frequentato da Emanuele Tufano, il sedicenne ucciso dal fuoco amico durante una “stesa” a Piazza Mercato la sera del 24 ottobre 2024.

Insieme ad altri undici coetanei, Tufano partecipò a quella notte di violenza, ma le sue inquietanti intenzioni vanno oltre la semplice “bravata”.

Nelle 106 pagine dell’ordinanza cautelare firmata dal GIP Alessandra Cesare, che ha portato all’arresto di sedici baby camorristi del rione Sanità e di Piazza Mercato (con l’unica eccezione del diciannovenne Francesco Zerobio, costituitosi ieri nel carcere di Secondigliano), emergono dettagli sconcertanti sulla mentalità di questi giovanissimi.

 Ieri si è costituito l’unico latitante Francesco Zerobio

La sezione dedicata alle “chat” rivela l’esistenza di numerosi gruppi Telegram dedicati al mercato nero del “dark web”, dove si trattavano armi, droga, carte di credito clonate e denaro falso.

Ma l’orrore più profondo si annida in una significativa conversazione tra la vittima, Emanuele Tufano, e Francesco Esposito detto pezzettino, datata 28 febbraio 2024. Estratta da una chat i cui messaggi erano stati cancellati da Esposito (tranne uno, commentato da Tufano e quindi recuperato), la conversazione svela una violenza inaudita.

Esposito informava Tufano che “GDM” (identificato dagli inquirenti come Gennaro De Martino del gruppo del Mercato) aveva ricevuto una pistola puntata in faccia quella notte, e la risposta di Emanuele fu agghiacciante: considerava quel gesto una “perdita di dignità”.

Del resto, non sussistono dubbi sul fatto che il gruppo della Sanità fosse armato quella notte. Le immagini delle telecamere sono eloquenti: immortalano il momento in cui Mattia Buonafine consegna platealmente una pistola al minorenne  F.P.F., sotto gli occhi di tutti i dodici componenti del gruppo.

Subito dopo, in sella a sei scooter, si lanciano in un corteo rumoroso e spavaldo verso il centro urbano, ostentando una sicurezza arrogante, privi di caschi protettivi e desiderosi di affermare la propria forza sul territorio. La reciproca consapevolezza di possedere armi e la convinzione di poter reagire con violenza a qualsiasi “attacco esterno” li rendeva audaci e pronti allo scontro.

Le indagini rivelano inoltre che queste “scorribande armate” non erano una novità per il gruppo della Sanità, come confermato dalla ex fidanzata di M.V., in una conversazione con il suo nuovo compagno A. F. (del gruppo del Mercato), spiegando che “loro” facevano questi “giri” ogni sera.

E dal cellulare della vittima è emersa una chat di gruppo con Esposito, Zerobio e altri tre soggetti, dove i partecipanti discutevano con fierezza della loro familiarità con le armi. In un passaggio ancora più inquietante, Emanuele Tufano chiedeva a Esposito se avesse la mano ferma, e quest’ultimo, rispondendo affermativamente, sottolineava la sua “esperienza”.

Ma è un altro messaggio estratto dalla stessa chat a gelare il sangue: Emanuele Tufano manifestava la sua chiara e sconcertante volontà di sparare a qualcuno, spinto dal desiderio morboso di “guardarlo negli occhi mentre muore”.

Questa terribile confessione, unita alla consapevolezza dei rischi da parte degli stessi membri del gruppo (come ammesso dal minore M.V. alla madre, riferendo che Emanuele era “consapevole che veniva a fare il giro con noi… e lo sa che noi stiamo litigati con le persone”), dipinge un quadro di una giovanissima criminalità senza scrupoli e con una inquietante propensione alla violenza estrema.

La consapevolezza dei genitori dei giovani baby camorristi

Anche le madri dei più giovani protagonisti di quella notte sembravano consapevoli della loro condotta armata, senza mostrare alcuna opposizione, come emerge da intercettazioni ambientali. Un silenzio assordante che sottolinea una normalizzazione della violenza in contesti familiari difficili.

Con questo atteggiamento impavido e armato, il gruppo della Sanità quella notte si spinse fino al territorio rivale di Piazza Mercato, quasi attratto dalla consapevolezza del pericolo, cercando un’occasione per mettere alla prova la propria forza e rafforzare il proprio potere criminale.

Secondo quanto ricostruito dalla Procura, quella sera il gruppo della Sanità si muoveva per le strade cittadine armato e determinato, spingendosi fino a entrare in un quartiere presidiato da un gruppo rivale, anch’esso armato. Una vera e propria “spedizione” che, più che evitare il pericolo, sembrava cercarlo, con l’obiettivo di misurare la propria capacità di reazione e consolidare il proprio potere.

Ad aprire il fuoco furono i ragazzi del rione Sanità

Lo scontro non tardò ad arrivare: quando i ragazzi della Sanità incrociarono quelli del Mercato – che si trovavano alle loro spalle e stavano mostrando le armi – aprirono il fuoco. Tre pistole spararono raffiche prima in aria, poi ad altezza d’uomo, come confermato dai giovani testimoni minorenni F.A. e A.P., entrambi arrestati nell’inchiesta. I ragazzi del Mercato risposero al fuoco con due armi, cercando riparo dai proiettili.

Il racconto dei testimoni combacia con altre ricostruzioni. In una conversazione col fidanzato F. A, la ragazza riportava quanto appreso dal suo ex, parlando di un avvertimento lanciato da uno dei membri della Sanità poco prima che uno di loro aprisse il fuoco. Anche Giuseppe Auricchio, in un colloquio con A.S., raccontava di essere stato tra gli ultimi del corteo di scooter e di essersi trovato faccia a faccia con gli avversari: “Ci incontrammo di fronte tutti e quattro… mi puntò”, avrebbe riferito.

Una notte di follia e violenza che ha segnato tragicamente il destino di due giovanissime vite.

 

RIPRODUZIONE RISERVATA
Articolo pubblicato il giorno 10 Maggio 2025 - 09:20

1 commento

  1. L’articolo descrive una situazion molto grave e preoccupante, i giovani coinvolti in atti di violenza e crimine fanno riflettere su come la societa sta cambiando. E’ importante intervenire per prevenire simili tragedie in futuro e proteggere i ragazzi.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

ULTIM'ORA


DALLA HOME

Cronache Podcast

IN PRIMO PIANO

LE VIDEO STORIE