Napoli, bolletta da 21mila euro: rischia di chiudere la Coop che sfamava i poveri durante il Covid

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Bolletta della luce da 21mila euro, a rischio chiusura la Coop che sfamava i poveri durante il Covid
La coop sociale Il Poggio rischia di chiudere per il caro-bollette. Gli abitanti del quartiere Poggioreale: “Non è giusto”

Una bolletta della luce da oltre 21 mila euro per il solo mese di luglio 2023. E la Coop Sociale “Il Poggio” di Poggioreale, che aiutava a sfamare le famiglie bisognose durante il periodo della pandemia del Covid19, adesso rischia di chiudere.

A denunciarlo è il consigliere comunale Sergio D’Angelo, patròn del Consorzio Gesco, al quale il Poggio fa riferimento: “Il Poggio è a rischio chiusura. Un punto di riferimento per un territorio difficile, che dà lavoro a 27 ragazze e ragazzi che confidavano di aver trovato un lavoro stabile, rischia seriamente di chiudere per il caro energia”.

Sulle barricate gli abitanti del quartiere, che difendono il lavoro della cooperativa sociale.

“Il Poggio – racconta Carmine Meloro, del comitato di quartiere Poggioreale – È una struttura di coesione sociale è culinaria e una struttura ricettiva fa anche ristorazione e pizzeria con prodotti a km 0 e local.

    Ci hanno aiutato nel periodo covid a sfamare famiglie bisognose. Oggi rischia la chiusura per la bolletta Enel. Non si può permettere una cosa del genere”.

    Questa bolletta di oltre 21mila euro che ci è arrivata per il solo mese di luglio è una di quelle che stanno mettendo in ginocchio migliaia di attività italiane.

    Basti pensare che giusto un anno fa, con un consumo leggermente superiore, la bolletta era stata di poco meno di 6.500 euro.

    E aggiunge:Se nulla può pareggiare l’orrore della guerra vissuto da chi è costretto a subirne le conseguenze dove si combatte fisicamente, se niente può uguagliare la stima di mezzo milione fra morti e feriti, le conseguenze del conflitto in Ucraina le stiamo pagando anche noi a carissimo prezzo.

    Dalle famiglie alle piccole e medie imprese, a maggior ragione quelle sociali come la nostra.
    “Costi insostenibili per la crisi”

    Poi D’Angelo conclude: Il Poggio è un caso esemplare. A fronte di consumi medi di poco più di 60mila euro l’anno prima dell’esplosione del conflitto, abbiamo assistito a un’escalation culminata in una bolletta di circa 17mila euro a giugno e questa di 21mila euro a luglio.

    Non sono costi sostenibili per un’impresa sociale come la nostra. Non sono costi scaricabili sulla clientela perché non potremmo certo passare da un costo medio di un pasto completo che oggi si attesta intorno ai 15 euro a chiederne 45.

    Il consiglio dei ministri riunitosi ieri sembra aver escluso la proroga delle misure finalizzate al contrasto del caro energia, ma in quale paese vivono i nostri ministri? Si rende conto, questo governo, che invece di inseguire la follia di una guerra che non potrà concludersi con la sconfitta di uno dei due contendenti, bisognerebbe invece dare finalmente la parola alla diplomazia?

    E nel frattempo tassino sul serio quegli extraprofitti che stanno arricchendo i pochi soliti noti. Questo paese è a un passo dall’esplosione.



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