Cronaca di Napoli

Camorra, le mani del clan Contini anche sull’aeroporto di Capodichino

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E’ una vera e propria holding criminale quella che è venuta fuori dalle indagini della Dda e che vede al centro il clan Contini ieri colpito da sedici ordinanze cautelare con due inchieste.

Da un lato il gioco d’azzardo, le estorsioni e l’usura gestito dal gruppo familiare degli Attardo e dall’altro il riciclaggio e le società cartiere della ristorazione e la gestione delle auto a noleggio nella zona dell’aeroporto di Capodichino.

E in questo secondo filone figurano il boss Alfredo De Feo che insieme con Gaetano Ammendola e Vincenzo Madonna emerge avevano un ruolo di vertice all’interno del clan.

Un pentito ha raccontato: “Temo per la mia sicurezza durante i vari trasferimenti per venire agli interrogatori in Procura. Ad esempio, sbarcare a Capodichino non mi mette in condizione di riconoscere tutti quelli che ivi lavorano, come gli addetti alle pulizie perché ci sono dipendenti di ditte del clan Contini”.

Il pentito: “A Capodichino lavorano uomini del clan Contini”

Il boss De Feo, luogotenente della cosca a San Giovanniello, fino al 2020 sarebbe stato l’indiscusso gestore del traffico di droga, del racket e avrebbe gestito la cassa comune del clan.

Il ristoratore Madonna, fedelissimo di De Feo, avrebbe gestito il reimpiego di capitali illeciti tra Capodichino e San Carlo all’Arena. Ammendola- come riporta Il Roma- sarebbe stato infine l’alter ego del padre ras Giuseppe Ammendola, per conto del quale avrebbe fatto da tramite con i vertici della cosca.

Poi c’è il settore racket del gioco d’azzardo e nei prestiti a tassi di usura. Giro illecito controllato dal ras Gaetano Attardo e dei suoi strettissimi congiunti Salvatore Attardo, Pasquale Attardo, Vincenzo Attardo e Michele Attardo.

Ai cinque indagati, tutti accusati di aver agito per conto del clan Contini, viene contestato di aver acquisito la gestione del gioco di azzardo tra il Vasto e l’Arenaccia, nell’ambito del quale avrebbero praticato estorsioni, usure, abusivo esercizio di attività finanziaria e false fatturazioni per mascherare la provenienza illecita del loro denaro.

In carcere sono finiti Gaetano Attardo, Salvatore Attardo, Michele Attardo, Pasquale Attardo e Vincenzo Attardo insieme con Mario Maietta e Umberto Pisco; agli arresti domiciliari invece Ciro Presta, Sirenella Mele, Giovanni Esposito, Gennaro e Francesco Patierno, Gennaro Tammaro.

Indagati a piede libero invece Patrizio Russo, Eduardo Russo, Nino Del Piero, Umberto Bonavita, Abramo Presutto e Carmela sartori.

Gli Attardo sono accusati di aver monopolizzato il gioco d’azzardo e messo sotto usura giocatori incalliti e imprenditori in difficoltà (tra le vittime anche un cantante neomelodico con proprio canale YouTube), mentre gli altri indagati sono a vario titolo imprenditori e professionisti sospettati di aver contribuito al giro di false fatture emesse da società cartiere.

(nella foto il boss Alfredo De Feo)

 


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