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Camorra, condanne ridotte alle donne del clan Sibillo

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Condanne ridotte nel processo per le donne e alcuni degli affiliati del clan Sibillo di Forcella.

Una sola assoluzione e numerose condanne al ribasso nel processo che si è celebrato davanti ai giudici della Undicesima sezione penale del tribunale di Napoli.

Assolto Giuseppe Rossi, alias “boxeur”. Rossi, insieme a Massimo Somma, Simeone Montanino e Giosuè Napolitano era accusato di aver preteso dal titolare di un negozio di abbigliamento, una tangente estorsiva da 50mila euro.

 “O mi date 50mila o la casa e se andate dalle guardie vi uccido”

Il 24 febbraio 2018- come ha riportato Il Roma- la vittima venne addirittura convocata in via Santi Filippo e Giacomo, nel palazzo roccaforte del clan Sibillo, e minacciata : “Questa cosa vi costa 50.000 euro, noi sappiamo che avete le case di proprietà e quindi o mi date i soldi o la casa al Fondaco San Paolo… se pensate di andare dalle guardie, dopo di noi ci sono altre dieci persone che ti possono uccidere”.

Il riconoscimento di Giuseppe Rossi, difeso dall’avvocato Leopoldo Perone, si è però dimostrato fallace: da qui la decisione dei giudici di assolverlo. Il complice Simeone Montanino, difeso dall’avvocato Gennaro Pecoraro, è stato invece condannato a 2 anni e 8 mesi a fronte di una richiesta del pm di 5 anni e 6 mesi.

Condanne soft anche per gli altri imputati eccellenti (difesi dagli avvocati Dario Carmine Procentese, Mario Bruno, Riccardo Perone Raffaella Imparato): Anna Ingenito, madre del defunto baby boss e fondatore del clan, Emanuele Sibillo, ha infatti rimediato 8 mesi.

La stessa condanna è stata inflitta a Vincenza Carrese, ex moglie del ras Pasquale Sibillo, e a Milena Del Gavio, suocera di “Lino” Sibillo. E infine Carmela Bruna Matteo  è stata condannata a 4 mesi.

Il processo era nato dal blitz che nell’aprile del 2021, con l’esecuzione di ben venti arresti.


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