Un boss di camorra detenuto del reparto "alta sicurezza" nel carcere di Secondigliano è stato sorpreso dalla Polizia Penitenziaria mentre con uno smartphone stava effettuando una videochiamata.
Il detenuto, che ha 32 anni, è stato arrestato in flagranza di reato e condannato, con il rito direttissimo, questa mattina, a un anno di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali. A rendere noto l'episodio, avvenuto ieri, è il Sinappe.
"Sta diventando ormai una piaga - commentano il segretario generale aggiunto Luigi Vargas e il segretario regionale Pasquale Gallo - il fenomeno dell'introduzione illecita di telefoni cellulari nelle carceri".
"Nonostante sia diventato un reato perseguibile penalmente, - proseguono - i detenuti non sembrano avere timore delle conseguenze giudiziarie, continuando ad avere pericolosi contatti con l'esterno".Potrebbe interessarti
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Per i due sindacalisti "bisogna prenderne atto e applicare pene severe. L'utilizzo di smartphone in carcere, oltre a mettere in pericolo la sicurezza degli istituti penitenziari, potrebbe facilitare tentativi di evasione o di gestione di traffici illeciti, permettendo alle organizzazioni criminali di proliferare nelle loro attività illegali anche dando ordini dal carcere".
"Un plauso - concludono Vargas e Gallo - alla Polizia Penitenziaria di Secondigliano che, ancora una volta ha dato prova di indiscusse capacità professionali e operative".







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