Camorra, ucciso a Miano, il ras Pasquale Angellotti. Il figlio: “Devo uccidere tutta Miano”

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E’ il ras Pasquale Angellotti, 54 anni, detto Linuccio ‘o Cecato
Angellotti, ex fedelissimo del clan Lo Russo, la persona massacrata di proiettili nel pomeriggio di oggi.

La vittima era a bordo della sua  in via Liguria, nel quartiere Miano di Napoli. Lo scenario e’ quello tipico di un agguato in pieno pomeriggio. Sul posto la polizia, la scientifica e il magistrato di turno. L’area e’ stata recintata per tenere lontani i curiosi.

Il silenzio spettrale che e’ calato sull’intera zona, pur affollata di curiosi, e’ stato interrotto solo dalle urla di rabbia e dolore della moglie e del figlio della vittima. “Ci hanno fatto un’ altra cattiveria, ora devo sparare a tutta Miano e voglio andare in galera”, ha urlato il figlio nel silenzio generale.



    Pasquale Angellotti negli ultimi anni e in seguito alla disarticolazione del clan dei “Capitoni” avrebbe costituito un gruppo autonomo e si sarebbe avvicinato a Salvatore Miano, vittima di un agguato mortale a Miano nell’aprile 2021.

    Era stato scarcerato nel 2018 dopo otto anni di carcere e un anno di arresti domiciliari e grazie alla strategia difensiva dell’avvocato Raffaele Chiummariello, era scampato a ben due ergastoli. Angellotti era stato condannato al massimo della pena in quanto uno dei componenti del commando che nel giugno del 2004 aveva partecipato al clamoroso duplice omicidio dell’ambulanza con il boss Salvatore Manzo “scissionista” del clan dei capelloni  degli Stabile di Chiaiano e del suo guardaspalle Giuseppe D’Amico.

    Ebbene secondo il racconto di alcuni pentiti, poi smentiti in aula Pasquale Angellotti era su una delle moto che avrebbe compiuto il massacro. Fu condannato prima all’ergastolo, poi a venti anni e quindi assolto dopo che la Cassazione aveva deciso la celebrazione di un nuovo processo di Appello.

    Un secondo ergastolo scampato è quello relativo all’omicidio di Raffaele Calcagno avvenuto in trasferta ad Ercolano per conto degli alleati Birra-Iacomino nell’ambito della faida con gli Ascioen-Papale. Infine condannato in via definitiva a otto anni di carcere per traffico di droga per conto dei Lo Russo, ora dopo sei anni trascorsi in carcere è in libertà perché ha finito di scontare la sua pena. Fu arrestato a Marano nel settembre del 2011


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