Formia, negato l’affitto alla giornalista sotto scorta Marilena Natale

SULLO STESSO ARGOMENTO

Formia. “Non posso affittare la casa, sa i carabinieri possono destabilizzare gli altri ospiti che si possono impressionare”.

E’ questa la frase con la quale la giornalista casertana Marilena Natale si è sentita rispondere da un signore al quale aveva chiesto di affittare una casa.

La giornalista ha raccontato l’incresciosa vicenda sulla sua pagina facebook:
“Sentirsi mortificati, per aver fatto il proprio dovere. Questo mi è accaduto oggi. Sono giorni che contatto persone, a Formia per una locazione. Impresa ardua credetemi. Ma, mai mi sarei immaginata di ricevere un rifiuto perché sono sotto scorta. Dopo aver parlato con un signore, gli spiego tutte le mie esigenze. Lui disponibilissimo, mi spiega tutto. 



    Alla fine, quando stiamo per chiudere, gli dico che sono una giornalista e che vivo sotto scorta. Senza nemmeno pensarci due volte, il signore mi risponde, mi spiace ma: ‘Non posso affittare la casa, sa i carabinieri possono destabilizzare gli altri ospiti che si possono impressionare’. Io sconcertata ho chiuso la conversazione. Morale della favola a Formia sono ben accetti i Bardellino, Giuliano, gli Esposito, i Bidognetti i Mallardo ma non Marilena Natale tirate voi le somme!”.

    Naturalmente sono arrivati tanti messaggi di solidarietà ma anche di tanti disponibili ad affittare la casa a Formia alla giornalista. Ma le istituzioni locali, al momento non si sono neanche fatti sentire con una telefonata di scuse.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA



    LASCIA UN COMMENTO

    Per favore inserisci il tuo commento!
    Per favore inserisci il tuo nome qui


    LEGGI ANCHE

    Carcere di Poggioreale: protesta dei detenuti del reparto Avellino

    50 detenuti del reparto Avellino del carcere di Poggioreale hanno protestato battendo oggetti contro i cancelli di sbarramento dalle prime ore del mattino fino alle ore 15:00 di oggi. I detenuti contestavano la circolare DAP che disciplina la consegna di generi alimentari e indumenti da parte dei familiari (15 kg di indumenti e 5 kg di generi alimentari). Con arroganza, hanno preteso di parlare con il direttore minacciando ulteriori proteste. Grazie all'interlocuzione dell'unico agente rimasto chiuso...

    Il clan dei telefonini in carcere. Il pentito: “Entravano nascosti nelle ruote delle sedie a rotelle dei familiari”

    L'ingegno dei detenuti e dei loro familiari complici per entrare in carcere tutto quello che di illegale non conosce limite ne ostacoli. "Noi facevamo entrare i telefonini anche attraverso un detenuto di Marcianise di cui non ricordo il nome ma solo il soprannome plusiello, questa persona faceva entrare i telefonini utilizzando la sedia a rotelle di un familiare che veniva a trovarlo in carcere, in quanto le sedie a rotelle non vengono perquisite al momento...

    IN PRIMO PIANO

    LE VIDEO STORIE