Napoli, ‘in ginocchio dalla buonanima’ le vittime del racket

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L’altarino dedicato al baby boss Emanuele Sibillo, nel cuore del centro storico di Napoli veniva utilizzato dal clan anche nell’esercizio di attività delittuose.

Dalle indagini è emerso che alcuni commercianti, sotto estorsione, venivano trascinanti davanti all’altare, costretti a inginocchiarsi e a riconoscere la supremazia di quell’altarino, dunque della famiglia e del clan Sibillo. Non era dunque un luogo di commemorazione familiare, ma utilizzato per finalità dell’organizzazione.

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I commercianti dei Decumani vittime di estorsione venivano trascinati davanti all’altarino e costrette a inginocchiarsi per riconoscere la forza dell’organizzazione. Era proprio davanti a quel luogo, denominato il “palazzo della buonanima”, che venivano formulate le richieste estorsive. È quanto emerso durante le indagini che hanno portato questa mattina all’arresto di 21 persone in esecuzione a provvedimenti cautelari emessi dal gip del tribunale di Napoli su richiesta della Dda. Oggi all’alba e’ stato eseguito anche un decreto di sequestro che ha portato alla rimozione dell’altarino dedicato a ‘ES17′, come veniva chiamato Sibillo in ambiti criminali, e posizionato all’interno di un palazzo in vico Santi Filippo e Giacomo. Rimossi tutti gli oggetti considerati strumentali alla commissione di reati, a partire da un busto che riproduceva il volto di Sibillo. Il palazzo dove questa mattina e’ stato rimosso l’altare dedicato a Sibillo si trova di fronte all’ingresso di una scuola media, l’istituto Confalonieri di via San Severino, nel centro storico di Napoli.



    Come anche in altre localita’ dei Decumani (e come fanno anche altri clan in altri quartieri della citta’) era stato istituito un servizio di ronda, finalizzato a tenere sotto controllo la zona ritenuta “di competenza” del micro-clan che comunque, agiva sotto il controllo del cartello criminale dell’Alleanza di Secondigliano.

    Il gruppo criminale dei Sibillo, legato al clan Contini e quindi al cartello camorristico dell’Alleanza di Secondigliano, ed era totalmente funzionale alle attività del clan. Partendo da questa considerazione, l’altarino è stato oggetto di un provvedimento di sequestro eseguito questa mattina dai Carabinieri del Comando provinciale di Napoli supportati dai Vigili del Fuoco. E’ stata smontata la struttura a protezione degli oggetti contenuti, tendaggi, vetrate e fioriere, oltre a un busto raffigurante il volto di Emanuele Sibillo, foto e luci.


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