Bookmaker italiani o esteri. Quali sono i rischi?

Una delle domande più cercate in rete è legata al dubbio se i bookmaker stranieri accettano giocatori italiani e se, viceversa, è possibile scommettere su un bookmaker straniero che non abbia residenza in Italia. Questioni che possono sembrare di lana caprina ma che nascondono temi legati alla questione legalità e, soprattutto, sicurezza.
Nel nostro paese c’è un organo preposto a vigilare sul settore: si tratta dell’Adm, la Agenzia Dogane e Monopoli che ha il compito di “contribuire alla fiscalità interna e alla tutela degli interessi finanziari del Paese e dell’Unione Europea, provvedendo alla riscossione di tributi specifici e alla lotta all’evasione fiscale e alle frodi, anche attraverso poteri di polizia tributaria e giudiziaria”.
L’ADM vigila anche sul mondo (vasto) dei bookmakers di scommesse, all’interno del quale si trova un po’ di tutto, soggetti regolamentati ed altri che non lo sono affatto. Questi ultimi sono spesso residenti all’estero, il più delle volte in paesi improbabili.
Affidarsi a bookmaker regolamenti in Italia non vuol dire, ovviamente, avere maggiori possibilità di vincita (il gioco resta pur sempre a forte rischio di perdita): ma trattare quantomeno con un operatore regolamentato a livello di Stato italiano. Come ad esempio la Snai scommesse, presente sul mercato italiano dagli albori del bookmaking visto che le scommesse con tale operatore sono datate addirittura 1990.

Si può scommettere su bookmakers esteri?

La domanda principale è esattamente questa: è possibile scommettere su bookmakers esteri? La risposta è un po’ ambivalente e non del tutto chiara: perché in Italia la legge viaggia un po’ su una sottile linea di confine, a cavallo tra diverse impostazioni.
In teoria non esiste una legge che vieti all’utente scommettitore di connettersi ad un sito che abbia sede in una qualche parte del mondo; ed anzi sono in molti a farlo proprio per la semplicità garantita oggi dai mezzi della rete. Basta digitare il nome del sito di un bookmaker che sia anche dall’altra parte del mondo ed il gioco è fatto.
Se questo sia legale o no è un qualcosa che si dibatte da anni (per approfondire si può leggere questo interessante articolo: https://giocopulito.it/bookmakers-italiani-stranieri-limportanza-della-regolamentazione/). Il nodo da sciogliere risiede nel fatto che la maggior parte degli operatori stranieri ha una licenza estera, quindi non rilasciata dall’ADM di cui si parlava sopra.
Come si capisce, questo va a generare un conflitto tra quella che è la legge italiana (sulla quale vigila l’ADM) e ciò che, nel concreto, si può fare: perché vietare ad un utente scommettitore di accendere il proprio pc e collegarsi ad un sito estero non è un qualcosa di fattibile. Almeno non lo è nel nostro paese, dato che da altri lidi, anche in Europa, è vietato scommetter tramite siti di operatori esterni ai propri confini.

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