Il fratello di Vassallo chiede a Zingaretti di togliere il nome di Angelo dai circoli del Pd

SULLO STESSO ARGOMENTO

Rimuovere il nome di Angelo Vassallo dai circoli del Partito democratico a lui intitolati. A chiederlo è Dario Vassallo, presidente della Fondazione Angelo Vassallo e fratello del sindaco “pescatore” di Pollica  ucciso il 5 settembre 2010 in circostanze ancora non chiarite. In una dura lettera indirizzata al Pd nazionale, alla Segreteria regionale del Pd Campania e alle segreterie provinciali della regione, Dario Vassallo si dice pronto a dare mandato ai propri legali se l’invito non verrà accolto e spiega che la decisione è stata presa “considerando il comportamento avuto dal Partito democratico in Campania durante questi anni”, in particolare la “vergognosa protezione che avete accordato a Franco Alfieri, colui che non ha visto, non ha sentito e non ha parlato delle strade fantasma”. Il riferimento è alle denunce di Angelo Vassallo tra il 2008 e il 2009 in merito alla realizzazione della strada Celso di Pollica-Casal Velino e all’allora assessore ai Lavori pubblici della Provincia di Salerno Franco Alfieri, oggi sindaco di Capaccio Paestum, già capo della segreteria del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e noto per la battuta dello stesso De Luca sulle “fritture di pesce” da offrire agli elettori in cambio del sì al referendum costituzionale del 2016. “La storia di Angelo non vi appartiene – scrive ancora Dario Vassallo – e la vostra assenza significa complicità. La mia richiesta non ha bisogno di altra motivazione e, se non ottemperate a questo nostro invito entro 30 giorni, darò mandato ai nostri legali”, conclude la lettera.




LEGGI ANCHE

Carcere di Poggioreale: protesta dei detenuti del reparto Avellino

50 detenuti del reparto Avellino del carcere di Poggioreale hanno protestato battendo oggetti contro i cancelli di sbarramento dalle prime ore del mattino fino alle ore 15:00 di oggi. I detenuti contestavano la circolare DAP che disciplina la consegna di generi alimentari e indumenti da parte dei familiari (15 kg di indumenti e 5 kg di generi alimentari). Con arroganza, hanno preteso di parlare con il direttore minacciando ulteriori proteste. Grazie all'interlocuzione dell'unico agente rimasto chiuso...

Il clan dei telefonini in carcere. Il pentito: “Entravano nascosti nelle ruote delle sedie a rotelle dei familiari”

L'ingegno dei detenuti e dei loro familiari complici per entrare in carcere tutto quello che di illegale non conosce limite ne ostacoli. "Noi facevamo entrare i telefonini anche attraverso un detenuto di Marcianise di cui non ricordo il nome ma solo il soprannome plusiello, questa persona faceva entrare i telefonini utilizzando la sedia a rotelle di un familiare che veniva a trovarlo in carcere, in quanto le sedie a rotelle non vengono perquisite al momento...

IN PRIMO PIANO

LE VIDEO STORIE