Si allarga l’indagine sul ‘dottor morte’: i Nas studiano le cartelle cliniche dei suoi pazienti deceduti

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Salerno. L’indagine sul ‘dottor morte’ Alessandro Marra si allarga. Secondo la procura di Salerno il caso della morte ‘indotta’ del 28enne di Battipaglia, Carmine  Giannattasio potrebbe non essere l’unico. Anche la sparizione di diversi medicinali dalla farmacia dell’hospice ‘Giardino dei Girasoli’ di Eboli specializzata in medicina del dolore e cure palliative potrebbe far pensare ad un uso non sempre legale dello stesso medicinale. Il medico di Roccapiemonte che da due giorni si trova agli arresti domiciliari sentito in fase d’indagine il medico (assistito dall’avvocato Michele Tedesco) si era avvalso della facoltà di non rispondere. Agli inizi della prossima settimana dovrebbe essere sentito dal gip Ubaldo Perrotta per l’interrogatorio di garanzia. Tutto ciò mentre la procura sta valutando l’ipotesi di ricorrere al Riesame contro il rigetto della misura di custodia cautelare in carcere da parte del giudice per le indagini preliminari.
Infatti ci sono altri accertamenti in corso per capire se quello di Giannattasio possa essere l’unico caso di eutanasia o ce ne siano altri. All’attenzione dei militari del Nucleo antisofisticazione di Salerno al momento ci sono le cartelle cliniche dei pazienti deceduti negli ultimi anni e che erano in cura all’hospice di Eboli. Soprattutto quelli che sono stati seguiti dal dottore Marra. L’unico che era in grado di fare una cosa del genere come si evince dall’inchiesta e dalle intercettazioni contenute nell’ordinanza.  Non a caso il gip del tribunale di Salerno, Ubaldo Perrotta, nell’ordinanza applicativa della misura cautelare indica “la necessità di arginare la pericolosità del medico che, perfettamente inserito in quell’ambiente, si rendeva quotidianamente protagonista di numerose irregolarità e gravi reati”. Scrive ancora il giudice, “utilizzava i farmaci della struttura presso cui presta servizio come fossero i suoi, cedendoli a terzi, al di fuori di ogni procedura ed appropriandosi di quelli che i pazienti avrebbero dovuto riconsegnare”. E quindi sentenzia “una misura non custodiale parrebbe francamente non proporzionata alla gravità dei fatti e non idonea ad arginare una persona così spregiudicata”. L’inchiesta della Procura di Salerno è iniziata a settembre dello scorso anno a seguito della denuncia di un’infermiera che prestava servizio nella struttura sanitaria. Fu lei ad accorgersi dell’ammanco di quattro fiale di morfina, segnalando l’anomalia agli inquirenti. Di qui le indagini che, allargandosi a macchia d’olio, hanno portato i carabinieri del Nas a scoperchiare un sistema che portava medici e infermieri anche ad assentarsi per lunghissime ore dai turni di lavoro. Sono complessivamente 17 gli indagati oltre a Marra ci sono altre tre medici, tre infermieri, tre operatrici tecniche e un agente tecnico che hanno ricevuto la misura cautelare della sospensione dal servizio per 12 mesi.




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