Castellammare, liberi e spediti in una comunità di recupero i tre baby stupratori legati al clan D’Alessandro

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Castellammare. Sono tornati in libertà dopo soli tre mesi di detenzione negli istituti per minori i tre baby stupratori stabiesi legati al clan D’Alessandro. Il tribunale per i minori ha accolto le richieste avanzate dai difensori (Gennaro Somma e Antonio De Martino) dei tre decidendo il loro trasferimento in una comunità di recupero per poi chiedere la messa alla prova. li potranno studiare e soprattutto capire il loro errore. Nel frattempo la 12enne di Gragnano ha lasciato la zona e si è trasferito al Nord per timore di ritorsioni nei suoi confronti. Decisione arrivata dopo un drammatico faccia a faccia quello andato in scena nelle aule del tribunale per i minori di Napoli nel luglio scorso. Per la prima volta la dodicenne di Gragnano vittima del branco di baby stupratori legati al clan D’Alessandro di Castellammare si erano incontrati. Alla presenza di una psicologa e degli avvocati delle parti nel corso dell’audizione protetta la ragazzina aveva confermato le accuse nei confronti dei tre violentatori. ripercorrendo, non senza difficoltà e non senza interruzioni dovute all’emozione di quei brutti momenti, che cosa accadde quella sera di aprile quando fu violentata e filmata in gruppo in una stanza delle Terme di Stabia. Uno dei ragazzi era stato il suo fidanzatino e poi si erano lasciati per gli atteggiamenti violenti che aveva nei suoi confronti. L’aveva costretta a fumare uno spinello e poi a fare sesso e poi l’aveva ricattata chiedendole dei soldi in cambio del silenzio e perché non diffondesse le foto e le immagini dei rapporti alle sue amiche e alla sue prof. Poi nel mese di aprile ci sarebbe stata la violenza di gruppo organizzata da un altro ragazzino, amico del suo ex, e parente stretto di un boss del clan D’Alessandro. I tre, difesi dagli avvocati Antonio De Martino e Gennaro Somma, dal canto loro avevano invocato il perdono. E ora dopo tre mesi è arrivata la decisione che li ha portati fuori dal carcere, la Procura minorile  si avvia a chiedere il giudizio immediato.


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