Pompei, guerra di comunicati tra Parco Archeologico e sindacato

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Si era appena sopito l’eco mediatico del crollo della Colonna del peristilio della casa di Championnet, con tutti gli strascichi polemici dei pro e dei contro…. Alcuni organi di Stampa, riportando necessitatamente la notizia per dovere di cronaca, avevano però sottolineato la “solerzia” con cui il personale tecnico degli Scavi di Pompei era intervenuto rimettendo in piedi la colonna abbattuta inopinatamente dal turista distratto e “cadereccio”. Alla Arcadius Milik in trasferta ai Mondiali di calcio, per intenderci. Altri organi di stampa, maggiori e minori, arruolatisi volontariamente (?) nel coro di “tutto va ben, madame la marchesa”, si erano spinti fino a scrivere che l’accaduto – che definire inquietante è poco – alla fine era servito ad incrementare la attenzione verso gli Scavi di Pompei, con sicure ricadute positive in termini di flussi turistici. Come si vede, il limite del ridicolo è impalpabile e subdolamente in agguato , sempre, per chi scrive lasciando traccia indelebile di quel che pensa, se davvero lo pensa. Altri invece, sia organi di Stampa che Sindacati, si erano posti domande, rimaste senza risposta finora, sui perché ignoti del fatto, accaduto in un’area riaperta al pubblico da appena un annetto e sulla quale erano piovuti alcuni milioni di euro, sembra almeno un paio, destinati al restauro, nel programma del Grande Progetto POMPEI.
Alla faccia della avarizia… verrebbe da dire, visto che per il Grande Progetto si fanno le cose in grande, appunto, a cominciare dagli annunci. Basta scorrere infatti i comunicati stampa degli ultimi due/tre anni, per trovare conferma di quanto scriviamo, quando gare, appalti e proclami si susseguivano a ritmo incalzante, dando l’idea di una macchina da guerra partita in quarta fin dai primi mesi a far eseguire lavori di restauri “finiti” casa, dopo casa, dopo casa. Fino all’esaurimento dei fondi… E via… con il vento in poppa dell’apparire più che dell’essere, sia a Pompei che a Roma, all’unisono. Il Ministro veniva e benediceva. E tutto procedeva, mentre si accantonavano i problemi e i nodi del quotidiano, tra ondate di ribassi esasperati, che magicamente poi sono rifluiti nella risacca della spesa del Grande Progetto Pompei.Ma noi abbiamo la sensazione che, oltre che di restauri, presto parleremo dell’esito delle “riserve” delle Imprese appaltatrici e dei lavori incompiuti. Intanto… facciamo le corna!
Ma già all’inizio del varo del Grande Progetto Pompei c’era chi – più modestamente, ma più concretamente – suggeriva, inascoltato, la messa in esecuzione di un primo grande e responsabile sforzo operativo di manutenzione ordinaria. O straordinaria, ma soltanto dove la urgenza “vera” lo richiedeva. E ciò avrebbe anche consentito la effettuazione di rilievi “veri” in case ed edifici pubblici devastati dall’abbandono e aggrediti dalle erbacce, mai esplorati davvero fino in fondo, come si è dimostrato con i ritrovamenti (!) verificatisi nel corso dei lavori di restauro in ambienti gia’ aperti per decenni al pubblico. Ma si sa che la Manutenzione, sia pure programmata e scientifica, non regala visibilità in televisione e paginate di giornali di ogni parte del Mondo. E neppure i rilievi, che sono alla fine soltanto strumentali ai lavori, ma non regalano primi piani ai Protagonisti (ndr: la “P” sia maiuscola). Fatte queste prime riflessioni, non mi resta che riportare la notizia che ha visto contrapporsi a caldo due “comunicati stampa” . Il primo è quello del Parco Archeologico, per una volta non proclamante, ma “comunicante” la sostanza dei problemi, comprensibile.
Ad esso si è contrapposto il Comunicato della CISL. La domanda brutale e anche essa di sostanza è stata questa: Ma cosa avete fatto con questi Cento Milioni?

Federico L.I. Federico


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