Napoli, chiedono lo sconto di pena boss e gregari del clan De Micco accusati dell’omicidio di Salvatore Sollo

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Hanno chiesto lo sconto di pena i presunti killer del clan De Micco “Bodo” di Ponticelli accusati dell’omicidio di Salvatore Sollo ‘o sadico e del ferimento di Giovanni Ardu avvenuto il 23 dicembre 2016. Tra questi c’è Antonio De Martino figlio di quel Francesco ferito l’altra sera mentre era in permesso premio da Secondigliano e tornato in carcere perché poco prima aveva tentato un agguato insieme con altri tre complici, due dei quali sono stati arrestati dalla polizia. Il gruppo dei famigerati Tatuati di Ponticelli era finito in carcere lo scorso novembre nel corso di un blitz che portò in carcere 23 persone tra capi e gregari. tutti accusati a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso, omicidio, estorsione. Grazie anche alla collaborazione dei due nuovi pentiti del clan, Ciro Niglio e Rocco Capasso, sono stati ricostruiti l’omicidio di Salvatore Solla detto Tore ‘ o sadico e il ferimento del suo amico Giovanni Ardu. Dall’inchiesta è emerso che l’omicidio del 23 dicembre 2016 fu organizzato da Luigi De Micco, Antonio De Martino fu l’esecutore e Alessio Esposito e Davide Principe presero parte alla pianificazione e poi incendiarono il furgone usato. Solla pagò con la vita il rifiuto a pagare il pizzo sui proventi della piazza di spaccio che gestiva al Lotto 0 di Ponticelli. Fu punito dal clan De Micco per aver cercato di prendere il controllo delle attività illecite del famigerato lotto 0 di Ponticelli, scavalcando i Minichini- De Luca Bossa e in contrasto con i “Bodo”. Per questo fu ucciso Salvatore Solla, 63enne soprannominato “Tore o’ sadico”, fratello dell’altrettanto noto Bruno detto “Tatabill” e di Giuseppe. Un gruppo legato in origine ai Sarno e poi ai De Luca Bossa di via Bartolo Longo, con buoni contatti con i Ponticelli di Cercola, anche se ritenuto sostanzialmente autonomo dalle forze dell’ordine.
Ed è proprio nel cuore del lotto 0 all’ora di pranzo del 23 dicembre scorso entrarono in azione due sicari, legati ai De Micco, ferendo a morte il pregiudicato e un 42enne meno conosciuto dagli investigatori: Giovanni Ardu, con vecchi precedenti per droga ma uscito fuori dal giro malavitoso per mettersi a lavorare. Salvatore Solla, che abita in zona, stava parlando in via Bartolo Longo con Giovanni Ardu, fermatosi alla guida della sua “Mini Cooper” per salutare il conoscente.
La macchina era regolarmente accostata. I sicari arrivarono in auto: uno  scese, fece il giro intorno all’auto e si piazzò di fronte al 63enne, seduto al lato del passeggero con lo sportello aperto, facendo fuoco a ripetizione. “Tore o’ sadico”, centrato da numerosi colpi si accasciò sul volante mentre Ardu ferito a entrambe le gambe, riuscì a gridare aiuto e a trascinarsi fuori dall’abitacolo.

Poi a novembre scorso c’è stato il blitz che portò in carcere quelli che ora chiedono di essere processati con rito abbreviato. Tra questi Luigi De Micco, 41 anni, ritenuto reggente dopo l’arresto del fratello Marco ‘o Bodo e scampato a un agguato nel novembre 2016.
E ci sono quelli accusati di aver fatto parte del gruppo di fuoco: Davide Principe, Antonio De Martino e Antonio Autore, rispettivamente 38, 28 e 24 anni. Gli altri sono: Giuseppe Borriello, 29 anni, Lino Carbone, 20 anni, Francesco De Bernardo, 28 anni, Luigi De Liguori, 40 anni, Giuseppe De Martino, 27 anni, Alessio Esposito, 23 anni, Michele Gentile, 25 anni, Domenico Limatola, 26 anni, Giuseppe Napolitano, 37 anni, Giovanni Ottaiano, 38 anni, Roberto Pane, 33 anni, Nicola Pizzo, 36 anni, Fabio Riccardi, 34 anni, Vincenzo Scala, 49 anni, Gennaro Sorrentino, 39 anni, e Nunzio Daniele Montanino, 41 anni.

(nella foto insiene con Luigi De Micco arrestato, da sinistra Antonio De Martino, Rocco Capasso, Davide Principe, Alessio Esposito, Nicola Pizzo, Giuseppe Borriello)


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