Scafati, sequestrati 110mila euro a due ex ‘staffisti’ di Aliberti

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Scafati. Su disposizione della Procura Regionale della Corte dei Conti, la Guardia di Finanza di Salerno ha eseguito un provvedimento di sequestro conservativo per complessivi € 112.407 a carico di due ex dipendenti del Comune di Scafati.  Il provvedimento è stato autorizzato dal presidente della Sezione Giurisdizionale per la Campania. su richiesta del Vice procuratore regionale dott. Marco Catalano. e ha riguardato somme di denaro e immobili di proprietà di un consulente e di un commercialista. entrambi con studio nell’Agro nocerino-samese, assunti dal l’ente con un contratto di collaborazione. I due sarebbero stati assunti durante l’amministrazione del sindaco Pasquale Aliberti in carcere da due settimane con l’accusa di voto di scambio politico-mafioso con il clan Loreto-Ridosso, nell’ambito di un’inchiesta che vede indagati tra gli altri anche la moglie, la consilgliera regionale di Forza Italia, Monica Paolino. Le indagini eseguite dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Salerno hanno permesso di riscontrare che i due professionisti, impiegati presso il Comune di Scafati per curare gli aspetti contabili e fiscali del piano di zona, accedevano al programma gestionale dell’ente alterando i dati relativi ai loro stipendi e facendo risultare un indebito e fittizio credito d’imposta a loro favore. Gli stessi provvedevano, successivamente, a chiederne il rimborso o l’utilizzo in compensazione delle imposte da versare.  Il meccanismo così articolato, reso ancora più complesso per le modalità con cui veniva alterato il sistema gestionale del Comune, è stato portato avanti per 3 anni. permettendo ai due professionisti di realizzare un ingiusto profitto di oltre 50.000 euro pro capite e di cagionare un danno alle casse del Comune per più di 112.000 euro.  Dovrà rispondere dell’accaduto, per aver concorso nel danno erariale ricostruito, anche il responsabile pro tempore dell’Ufficio economico-finanziario del Comune di Scafati. in quanto le indagini hanno permesso di ricostruire che lo stesso ha sottoscritto plurimi mandati di pagamento recanti importi eccedenti le ritenute versate ai due soggetti, che hanno poi provveduto a chiedere gli illegittimi rimborsi.




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