Operaio morto a Capodrise, la Cgil: “Mario non doveva trovarsi sul ponteggio”

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Operaio morto a Capodrise,  la Fillea Cgil di Caserta lancia pesanti accuse: “Mario Cantiello ci risulta inquadrato come impiegato edile e non come operaio di cantiere, per cui non doveva essere sul ponteggio”.

Intanto il pm di turno ha disposto il sequestro del corpo. La salma del malcapitato operaio è stata trasferita all’istituto di medicina legale del Sant’Anna e San Sebastiano per l’autopsia: Mario Cantiello morto ieri precipitando da un ponteggio in un cantiere a Capodrise.

Irene Velotti, segretaria generale FILLEA CGIL di Caserta: “Dai riscontri fatti stamattina con la Cassa Edile, Mario Cantiello ci risulta inquadrato come impiegato edile e non come operaio di cantiere, per cui non doveva essere sul ponteggio, ma attendiamo tutte le indagini degli organi preposti per capire la dinamica dell’infortunio mortale”.

    “Le cause delle morti sul lavoro nel settore dell’edilizia sono sempre le stesse da decenni e le cadute dall’alto primeggiano, basta girare per cantieri per rendersi conto che la sicurezza, il più delle volte, non appartiene ai cantieri. Con la pandemia, se possibile, la situazione è peggiorata. La mancanza di controlli su un territorio così complicato, fatto di lavoro nero e grigio, nonostante la ripresa economica del settore, rende il lavoro in cantiere altamente rischioso per la salute e sicurezza dei lavoratori”.

    “Bisogna fare presto ad approvare il decreto sicurezza con le modifiche apportate nella conversione del decreto 146/2021, per poi mettere in campo tutte le azioni tese a salvare la vita di chi esce di casa la mattina per lavorare – dice Velotti – Se, come ci dicono i dati, a Caserta c’è stata negli ultimi mesi una ripresa del settore edile in termini economici, non vi è una corrispondenza però con la crescita lavorativa e qualitativa del settore delle costruzioni: il timore è che le risorse stanziate con i vari bonus stiano andando verso il profitto e non verso la sicurezza, la tutela e il reddito dei lavoratori”.

    “Quello che registriamo in provincia di Caserta è un bilancio drammatico, non degno di un paese civile su cui non possiamo che continuare a denunciare l’immobilismo delle istituzioni preposte al controllo e alla prevenzione”, aggiunge il segretario generale della Camera del Lavoro di Caserta, Matteo Coppola.

    E poi incalza: “Solo poche settimane fa, in occasione di un’altra tragedia, chiedevamo ancora una volta vigilanza serrata sugli appalti, rispetto delle norme di sicurezza, patente a punti per le aziende, nuovo personale di controllo. È ora di rilanciare il tavolo interistituzionale sulla sicurezza sul lavoro con prefettura, enti coinvolti e parti sociali, chiesto dai sindacati. Quanti altri lavoratori e lavoratrici devono morire perché in questo paese si decida di agire, una volta e per tutte?”

    “Anche per questo, perché non si debba andare al lavoro con la paura di non poter più tornare dalle proprie famiglie, dai propri cari, giovedì saremo a Roma: perché non c’è giustizia sociale in Italia senza il diritto alla sicurezza sul lavoro”.



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