Napoli: il Metropolitan resterà cinema. Il vincolo voluto dal MIc

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Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione Vomero, da sempre impegnato nella tutela e nella salvaguardia dei luoghi di cultura e di aggregazioni presenti nel capoluogo partenopeo, a seguito delle notizia che, in tempi rapidi, su iniziativa del ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano, è arrivato il vincolo di destinazione d’uso per il cinema Metropolian, esprime la propria soddisfazione e ringrazia pubblicamente il ministro Sangiuliano anche a nome dei circa 1.700 sottoscrittori della petizione online con la quale era stato chiesto l’intervento del ministero, al fine di evitare il rischio di chiusura dello storico cinema di via Chiaia.

“La crisi delle sale cinematografiche ha colpito l’intero Paese e dunque anche Napoli – scrive Capodanno nella presentazione della petizione -. Basti pensare che nel solo quartiere Vomero, dove in passato erano presenti ben otto sale cinematografiche, al punto da essere considerato la “Cinecittà di Napoli”, ne sono rimaste attualmente solo due. In questi giorni, in particolare, tiene banco la possibilità di chiusura, dopo quella recente del cinema Arcobaleno, di un’altra sala storica partenopea: il cinema Metropolitan, posto nel cuore del quartiere Chiaia. Una chiusura che potrebbe avere notevoli ricadute negative sia sul piano sociale che su quello culturale, e che va dunque scongiurata”.

“Il cinema-teatro Metropolitan – ricorda Capodanno – vide la luce nel lontano 1948 e fu realizzato su progetto dell’architetta Stefania Filo Speziale che viene ricordata, tra l’altro, come la prima donna che, nel 1932, si laureò in architettura a Napoli. Più di recente la sala cinematografica rimase chiusa per diverso tempo, al fine di realizzare i necessari lavori di restauro, riaprendo al pubblico nell’anno 2000. Quando fu inaugurato era il cinema più grande dell’intero Paese. Attualmente, tra i cinema presenti nel capoluogo partenopeo, mantiene il primato di essere quello più capiente, potendo ospitare fino a tremila spettatori”.

“Un’altra peculiarità di questa sala cinematografica, posta in una delle più importanti e conosciute strade dello shopping partenopeo – aggiunge Capodanno – è che è stata realizzata all’interno delle cave di tufo, ottenute scavando, come si usava all’epoca, per ottenere il materiale per la costruzione del fabbricato soprastante, cave utilizzate inizialmente come rifugio nel corso dei bombardamenti. Si tratta del Palazzo Cellamare, conosciuto anche come Palazzo Francavilla, un palazzo nobiliare risalente al primo decennio del XVI secolo, sorto per volontà dell’abate di Sant’Angelo di Atella, Giovanni Francesco Carafa”.



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