Arzano, pompe funebri interdette per mafia

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Arzano. Pompe funebri interdette per mafia: manifesti funebri affissi in città.

Città in balia dei clan. L’ufficio enti locali della Prefettura avrebbe avviato i controlli sugli uffici di stato civile dei Comuni di Arzano, Casoria e Casavatore rei di aver autorizzato i funerali a ditte in odore di camorra nonostante il regolamento di polizia mortuaria preveda la revisione annuale del titolo abilitativo e il controllo obbligatorio dei requisiti in capo agli stessi comuni.

Non trova tregua, nonostante le indagini lo strapotere di alcune agenzie funebri o di loro rappresentanti legati al clan Ferone. Addirittura, non sarebbe raro imbattersi nell’ultimo mese in manifesti funebri anonimi.



    Proprio il 3 gennaio del 2023, sono apparsi per le strade cittadine i manifesti di trigesimo della ditta PIS&S s.r.l.s. interdetta per mafia dal 2020 e che proprio il 4 dicembre del 2022 ha effettuato il funerale di un cittadino arzanese.

    Addirittura, invece, altre agenzia funebri per non incappare in sanzioni dovute alle affissioni selvagge con il mancato pagamento delle concessioni governative avrebbero escogitato lo stratagemma di non stampare sui necrologi la denominazione sociale dell’azienda.

    A riprova di quanto questa attività attiri l’attenzione della criminalità organizzata, gli arresti e le interdittive antimafia emesse a seguito delle indagini operate dalle forze di polizia che hanno consentito di scoperchiare un “affare” milionario.

    Proprio la gestione delle pompe funebri, ad agosto del 2022 dopo le indagini dell’Arma locale partite nel 2019, e dopo aver accertato il rilascio di false attestazioni, certificazioni Antimafia fasulle e omessi controlli per la Scafuro & Ferone.

    Si è generato un terremoto giudiziario in Comune, con l’emissione di emessi 7 avvisi di conclusione delle indagini preliminari a carico di funzionari, ex dirigenti comunali, vigili urbani e soggetti legati al clan Ferone, accusati a vario titolo dei reati di falso ideologico e in atto pubblico in concorso, falsità materiale commessa da pubblico ufficiale, abuso e omissione in atti d’ufficio.

    Secondo indiscrezioni da verificare, alcuni utenti si sarebbero trovati al capezzale del defunto persone vicino agli ex gestori Scafuro, che proporrebbero, a secondo del momento, agenzie limitrofe come cavallo di Troia. Insomma, nonostante le rassicurazioni da palazzo di governo, il comune di Arzano non vive un momento facile con la spada di Damocle dell’invio di commissari.

    Dario Acunziano


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