Camorra, “siete dei falliti…” e così il boss Bidognetti ne ordinò l’omicidio

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Nasce da un litigio per bambini il progetto di agguato ideato da Gianluca Bidognetti, 34enne ultimogenito del capoclan dei Casalesi Francesco Bidognetti, arrestato ieri insieme alle sorelle Katia e Teresa, ai cognati e ad altre trentadue persone per associazione camorristica, estorsione, usura, spaccio di droga, ricettazione.

Un agguato che per gli inquirenti sarebbe stato ordinato ma non eseguito quasi in extremis. Nell’ordinanza di arresto firmata dal Gip di Napoli Isabella Iaselli, si parla del litigio tra il figlio piccolo di Katia e un bimbo figlio di un soggetto imparentato con un altro esponente storico del clan, Emilio Martinelli, in cui il secondo dice al primo: “sei una famiglia di falliti, non siete più nessuno … a me a casa mia il più poco tiene quattro ergastoli”.

Il figlio di Katia viene anche intercettato dagli investigatori dell’Arma mentre interviene improvvisamente in una discussione tra la zia Teresa Bidognetti e il marito Vincenzo D’Angelo, che verte proprio sul litigio dei bimbi. “Zia ma eh ….perché quando uscirà zio Gianluca cambieranno tante cose secondo me…”. dice il piccolo.



    Per carabinieri e Dda Gianluca Bidognetti ordina di uccidere Martinelli, come. In carcere proprio Gianluca mette in mezzo il discorso durante il colloquio con il cognato Vincenzo D’Angelo. “Ma quello sporco del Barone (soprannome di Emilo Martinelli) che fine ha fatto?” chiede Gianluca, e D’ Angelo risponde: “chi lo vede …per piacere non farmi girare lo stomaco”. Gli inquirenti scopriranno che proprio D’Angelo, convinto dalla moglie Teresa, alla fine non ha attuato l’agguato ordinato da Gianluca.

    Pistola alla testa per rampollo del clan, così diventa boss

    Era iniziata con una pistola puntata alla testa la carriera criminale di Gianluca Bidognetti, 34enne ultimogenito del capoclan dei Casalesi Francesco Bidognetti. A premiergli l’arma contro la tempia – emerge dal provvedimento firmato dal Gip di Napoli – fu nel 2008, quando aveva appena 20 anni e si era in piena stagione stragista (diciotto morti in pochi mesi, tra cui i ghanesi della strage di Castel Volturno), quel Giuseppe Setola, capo dei killer dei Casalesi, che voleva Gianluca dalla sua parte per fare la guerra ai pentiti.

    E tra cui rientrava la madre di Gianluca, Anna Carrino (madre anche di Teresa e Katia), e ristabilire così il predominio del clan sul territorio. A parlare di quel momento che per Gianluca rappresentò uno “sliding doors”, sono la sorella Teresa Bidognetti e il cugino Giovanni Stabile, entrambi arrestati con Gianluca, intercettati il 28 maggio 2021 dai carabinieri di Aversa mentre sono in casa.

    “Ai tempi di Setola – racconta Teresa – questi si rivolse a Gianluca e gli disse ‘tu una volta sola devi parlare con me…se sei il figlio della pentita o il figlio di Cicciotto?’ … con la pistola in fronte, Giovanni … a me lo hanno detto le persone che stavano sedute al tavolo là”.

    Gianluca fece la scelta, e con Setola, nel maggio 2008, si recò dalla zia per ucciderla (la donna riuscì a salvarsi), e attuare, nei confronti della madre pentita Anna, la più classica delle vendette trasversali.

    Nell’ordinanza è allegata anche una telefonata tra Vincenzo D’Angelo, marito di Teresa Bidognetti (arrestato) e la suocera Anna Carrino, non indagata, in cui l’uomo, sapendo che la Carrino è pentita, sottolinea che lui non c’entra con le estorsioni del gruppo, ma dalle ambientali nella sua abitazione si comprende invece che é interessato ai proventi realizzati.

    Bisca e cellulare in cella scoperti grazie alla cronista Marilena Natale

    C’è pure lo zampino della cronista casertana Marilena Natale, sotto scorta proprio per le minacce ricevuto dal clan dei Casalesi nell’inchiesta dei Carabinieri di Caserta e della DDA di Napoli che ieri ha portato all’esecuzione di 37 provvedimenti cautelari anche nei confronti dei figlio di Francesco Bidognetti, detto “cicciotto di mezzanotte”.

    Secondo quanto è riportato nell’ordinanza del gip Isabella Iaselli, la cronista, ha fornito agli investigatori informazioni circa la presenza di una bisca clandestina a Casal di Principe e anche la circostanza che Gianluca Bidognetti, figlio di Francesco, aveva a disposizione un cellulare in carcere con il quale si metteva costantemente in comunicazione con alcune persone a loro volta ritenute affiliate alla fazione dei Casalesi riconducibile al padre.

    Per quanto riguarda la bisca clandestina, la giornalista, attraverso un appostamento che risale al marzo 2021, ha scoperto che a Casal di Principe, in corso Umberto 135, in piena pandemia, c’era chi andava a giocare illegalmente in un locale al piano terra, dopo avere bussato due volte, e solo due volte, alla porta.

    I carabinieri eseguirono dei controlli successivamente che portarono all’individuazione di undici persone. Per quanto riguarda il cellulare, la cronista pubblicò un video su Facebook nel giugno 2021, per rendere nota la circostanza, scatenando una serie di interlocuzioni tra gli affiliati prontamente intercettate e registrate dai carabinieri anche queste inserite nell’ordinanza: “…lo ha saputo da voci di popolo, – dice il compagno di una delle sorelle di Gianluca Bidognetti – perché Gianluca ha chiamato a tutti quanti… allora lo ha saputo anche la Procura…”.


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