Napoli, trovati droga e un cellulare nelle celle di Poggioreale

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Napoli, operazione della Polizia Penitenziaria in carcere a Poggioreale: trovati droga e un telefono cellulare

Ennesimo allarme per le carceri della Campania: e ancora una volta i problemi sono incentrati sull’uso ed il possesso di droga e telefoni cellulari. La denuncia è del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, per voce del segretario generale Donato Capece, che da notizia dell’operazione di servizio eseguita dalla Polizia Penitenziaria nel Reparto Napoli della Casa circondariale di Poggioreale.

“I poliziotti penitenziari hanno provveduto, ieri pomeriggio, ad una perquisizione nelle celle del Reparto, nel quale sono ristrette 294 persone, ed hanno trovato in una perquisizione tre panetti di hashish quasi 350 gr e un telefono smart”.



    Il SAPPe ricorda che “Poggioreale è un istituto che ospita mediamente 2100/2300 detenuti il che vuol dire estremamente difficile controllare minuziosamente i familiari che accedono per i colloqui. Ed è un carcere difficile, operativamente parlando: per fortuna, l’alta professionalità della Polizia Penitenziaria che vi lavora quotidianamente ha permesso di gestire al meglio ai numerosi eventi critici che si verificano.

    Basti pensare che nel solo primo semestre del 2022 si sono contati 195 atti di autolesionismo, 4 decessi, 17 tentati suicidi, 161 colluttazioni e 2 ferimenti. Numeri che rappresentano un indice di pericolosità che dovrebbero richiamare alla necessità di potenziare sempre di più la sicurezza penitenziaria”.

    Netta la denuncia di Capece: “Non sappiamo più in quale lingua del mondo dire che le carceri devono essere tutte schermate all’uso di telefoni cellulari e qualsiasi altro apparato tecnologico che possa produrre. I penitenziari sono sicuri assumendo i provvedimenti necessari per potenziare i livelli di sicurezza e nuovi Agenti di Polizia Penitenziaria”.

    Ed è impietoso il giudizio del SAPPE sulla attuale situazione penitenziaria: “I dati ci confermano che le aggressioni, i ferimenti, le colluttazioni – che spessissimo vedono soccombere anche gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, sempre più contusi e feriti da una parte di popolazione detenuta prepotente e destabilizzante – sono sintomo di una situazione allarmante, per risolvere la quale servono provvedimenti di tutela per gli Agenti e di sicurezza per le strutture carcerarie”, conclude.


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